Attualità
7 Novembre 2017
La Diocesi punta al web in una città che invecchia: presto online il nuovo portale con messe geolocalizzate

Perego alla stampa: “Non parlate solo della Gad”

di Elisa Fornasini | 3 min

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Il vescovo Gian Carlo Perego incontra la stampa ferrarese a cinque mesi dal suo insediamento. In un mondo della comunicazione in continuo aggiornamento, quali aspetti possono cambiare o migliorare nei quotidiani locali? “Mi piacerebbe conoscere gli altri quartieri della città al di fuori della Gad”, sorride il monsignore.

“Battute a parte”, Perego invita i giornalisti e operatori dell’informazione di Ferrara – “una città vivace, ricca di tante esperienze, associazioni e istituzioni che ho avuto modo di conoscere in questi mesi di tanti incontri significativi – a “raccontare maggiormente la vita ecclesiastica, non solo attraverso le parole del vescovo ma entrando direttamente nelle parrocchie”, ribadendo l’importanza della libertà di stampa e dell’informazione.

“Non si è compreso fino in fondo come la Chiesa stia vivendo un momento particolare, straordinario da una parte e tremendo dall’altro – spiega il vescovo Perego -. Da un lato c’è l’esplosione delle associazioni di volontario e la crescita dei giovani che entrano in Azione Cattolica, un mondo ecclesiale più vivo di quello che sembra – sottolinea il monsignore -; dall’altro lato ci sono giovani che si avvicinano all’occulto e il decremento delle nascite”.

“La denatalità a Ferrara è un problema serio che necessita di una riorganizzazione delle istituzioni e delle parrocchie stesse, che non potranno più mantenersi da sole a causa della riduzione dei fedeli e dei costi” puntualizza Perego che porta ad esempio la situazione di Berra, “che ha perso mille abitanti e conta 15 nascite a fronte di 100 morti.  Nei prossimi 50 anni diventerà un paese di 500 abitanti, cosa faremo delle sue tre scuole?”.

Una “realtà in trasformazione” – “abbiamo congregazioni religiose composte da una sola persona, i Francescani sono in quattro ma il più giovane ha 65 anni, l’unica realtà più viva è quella dei Salesiani” – che “chiede alla Diocesi di riflettere insieme sul domani”, partendo dall’Evangelii gaudium di papa Francesco per “ragionare sulla realtà ecclesiale e sul rapporto tra la Chiesa e la città”.

Ogni analisi che si rispetti parte dai numeri. E allora ci sono dati che riguardano i fedeli ferraresi tra chi vive le parrocchie e chi le frequenta solo la domenica? “Sto visitando tutti i sacerdoti e gli ambienti, iniziando dal vicariato di Bondeno colpito dal terremoto, dove la frequenza alla messa si attesta al 10-20%, in media con le altre città italiane – replica Perego -. Potrò avere dati più certi al termine delle visite, ma in media sono due su dieci le persone che vengono a messa la domenica. Un dato significativo sul lavoro che bisogna fare per la vita cristiana che si alimenti non solo a Pasqua e Natale ma ogni domenica” commenta Perego che comunque non pone troppa fiducia in analisi e sondaggi: “due anni fa il 75% degli italiani era favorevole allo ius soli, oggi è calato al 45%. Basta una variabile che incrocia la paura per cambiare il risultato, il sondaggio non è una fotografia esatta”.

Tornando a una “comunicazione alla fede più efficace possibile”, anche l’Arcivescovado sta ripensando il proprio giornale, La Voce di Ferrara-Comacchio. “Ci stiamo interrogando sul suo futuro, se chiudere il giornale cartaceo, se rimanere solo col sito, se proporre un prodotto diverso”; ma intanto “entro fine mese attiveremo il portale della Diocesi – annuncia il vicario generale Massimo Manservigi -. Non sarà il solito sito istituzionale con le classiche informazioni ma un portale informativo che raccoglierà materiale dal settimanale diocesano, pubblicherà le iniziative in programma e divulgherà le parole del vescovo; una pagina di facile consultazione anche per gli orari delle messe, che verranno geolocalizzate per risolvere questo punto debole”.

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