Economia e Lavoro
7 Novembre 2017
Il tribunale di Ferrara ha condannato l'ente ponte al risarcimento del danno patito da un azionista

Anche la Nuova Carife deve risarcire i risparmiatori

di Redazione | 2 min

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Anche la Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara, l’ente ponte creato dopo la risoluzione della vecchia Carife, è chiamato a risarcire i danni subiti dai risparmiatori che avevano comprato le azioni della banca.

A dirlo è il tribunale di Ferrara con un’ordinanza del 31 ottobre scorso che ha condannato la Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara Spa al risarcimento di tutti i danni subiti da un risparmiatore che aveva comprato azioni, pari alla somma versata (quasi 20mila euro in questo caso) oltre rivalutazione monetaria, interessi e spese.

A darne notizia è lo studio legale Bdf che ha seguito il caso del risparmiatore, citando la new bank in giudizio civile per il risarcimento del danno.

«La ragione della condanna – spiegano i legali – sta nella violazione da parte della vecchia Carife di alcune norme del Testo Unico Finanziario e del Regolamento Consob attuativo della Direttiva Mifid. Importante soprattutto la circostanza che il tribunale abbia respinto l’eccezione di difetto di legittimazione passiva sollevata dalla difesa Nuova cassa di Risparmio, osservando che questa risponde di tutti debiti della vecchia, compresi quelli derivanti da vendita di azioni o obbligazioni, purché conseguenti nullità o inadempimento».

Per gli avvocati Giovanni Franchi, Stefano Di Brindisi e Lucia Caccavo, che hanno seguito l’investitore è una tappa fondamentale per la tutela degli azionisti di tutte le quattro banche, Carife, Carichieti, Banca Marche e Banca Etruria finite in amministrazione straordinaria, «i quali, nessuno escluso, hanno la possibilità di recuperare i denari perduti. Ed analoga probabilità hanno gli obbligazionisti subordinati, che non hanno ricevuto, per qualche morivo il rimborso».

Sempre per gli avvocati tale provvedimento «dimostra che non è vero che non vi è altra strada che la costituzione di parte civile nei processi penali avviati contro amministratori e sindaci di quelle società. L’ordinanza pronunciata dal Tribunale di Ferrara dimostra che la via maestra è quella del giudizio civile, da avviare dopo aver dato corso alla mediazione obbligatoria».

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