di Giuseppe Malatesta
Comacchio. Un viale Carducci carrabile, sgombro da alberi, con verde pubblico e manto stradale più curato. Gli obelischi? Meglio rimuoverli, o magari colorarli. Le opinioni raccolte sul ridisegno dei centri commerciali naturali dei lidi di Estense e Spina regalano spunti curiosi a chi nelle scorse settimane ha interpellato studenti e residenti che vivono quotidianamente i lidi più a sud di Comacchio.
I dati, scaturiti da una cinquantina di interviste progettate e individuali, sono stati elaborati dal team multidisciplinare coinvolto nel progetto denominato ‘Con-nes-sioni’: studenti provenienti da formazioni diverse e professionisti coordinati dalla cooperativa Alpaca in occasione di un workshop di sette giorni. I risultati saranno presto raccolti in una esaustiva relazione finale.
L’obiettivo di questa prima fase ‘esplorativa’, perseguito a suon di analisi preliminari, osservazioni etnografiche, game storming e mappe mentali, era proprio quello di tastare il terreno all’insegna di una progettazione partecipata che potesse – a conclusione del percorso previsto – orientare o quantomeno aiutare la programmazione dell’Amministrazione comunale nella riconosciuta necessità di intervento.
“La maggior parte delle attività commerciali intervistate dichiarano di non essere pentiti della scelta di investire nelle località in questione” illustra il presidente di Alpaca Daniele De Rosa nell’aula magna dell’Istituto Remo Brindisi, ricordando come la categoria in questione sia ampiamente rappresentata nel campione d’indagine. La stessa manifesta però – dicono i dati – il bisogno di più occasioni di confronto con la pubblica amministrazione.
“Incontriamo quotidianamente i commercianti – commenta il sindaco Marco Fabbri – ma bisogna lavorare sullo spirito di squadra perché sperimentiamo spesso una certa frammentarietà sia nell’offerta che nella rappresentanza, presente sulla carta in forma consortile o di associazioni di categoria ma poi fattivamente assente: ciò danneggia tutto il sistema”.
Riconoscendo come “stimolante e a tratti sorprendente” il feedback dell’indagine, Fabbri riconosce poi “la necessità di investimenti manutentivi non più procrastinabili, ma in primis quella di una riqualificazione socio culturale che sostenga uno spirito di squadra” ridimensionando un sistema ‘a fazioni’ venuto a galla in più occasioni. “Per la programmazione degli interventi materiali, dal punto di vista tecnico e finanziario, ci siamo dati come scadenza questo fine anno, ma la sfida più ardua si gioca sugli interventi immateriali”.
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