Cento
24 Agosto 2017
L'ex presidente passa al contrattacco dopo le accuse ricevute da Filippini: «Altera palesemente la realtà, pignoramento colpa dell'attuale amministrazione»

Patrimonio Studi. L’ex presidente: «Agito correttamente»

di Redazione | 4 min

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Cento. «Prima di dover ricorrere eventualmente alle vie legali, una volta per tutte voglio ribadire con forza il corretto comportamento della commissione del Patrimonio Studi da me presieduta (e composta da altri tre consiglieri)». Così Adriano Orlandini replica all’attuale presidente della Patrimonio Romina Filippini.

Orlandini ribadisce il corretto operato della sua presidenza «che subito dopo il terremoto fu costretta dagli eventi a decidere all’unanimità il restauro immediato e inderogabile della Chiesa di S. Lorenzo, per la salvaguardia del grande patrimonio storico-artistico dell’Ente e per il bene della cittadinanza, la quale senza S. Lorenzo si sarebbe trovata a lungo senza un edificio per il culto. Furono decise all’unanimità anche tutte le migliorie che si ritennero necessarie per l’abbellimento del complesso.

«Al termine di tutti i lavori, il 4 ottobre 2013 – ricorda Orlandini – davanti a un notaio, fu firmato con la ditta Re.Sin.Tec. un contratto preliminare in cui il Patrimonio Studi si impegnava a rogitare la permuta dell’immobile di via Lamborghini 20 (valutato ben 470.000 euro) non appena ottenuta la sanatoria per tale immobile, a seguito della Dia presentata in Comune il 20 agosto 2013. Il rogito comunque sarebbe dovuto avvenire entro e non oltre il 4 aprile, cioè entro 6 mesi esatti dalla data del preliminare (e questo cautelava il Patrimonio da eventuali ritardi nel rilascio della sanatoria)».

E proprio qui Orlandini ribadisce ancora una volta la bontà del suo operato, mettendo in dubbio quello di chi lo seguì: «Non ci fu assolutamente alcuna “clausola peggiorativa” per il Patrimonio, ma solo la fissazione di una data ultima per il rogito, senza la quale qualsiasi preliminare deve ritenersi nullo. La nuova commissione, insediatasi a fine ottobre 2013, ebbe quindi a disposizione più di 5 mesi per rogitare, cosa però che molto incautamente non volle fare, adducendo scuse risibili, come quella che “la Regione ci mise in guardia da questa forma di pagamento”. Tale affermazione – osserva l’ex presidente – è del tutto gratuita, perché il Patrimonio Studi, ente privato di diritto pubblico, è assoggettato alla normativa dei contratti pubblici che, nel DL 163/2006 art. 53 comma 6, recepito anche nel codice attuale, prevede che “in sostituzione parziale o totale delle somme costituenti il corrispettivo del contratto, il bando di gara può prevedere il trasferimento all’affidatario della proprietà di beni immobili appartenenti all’amministrazione aggiudicatrice”».

«A quel punto – prosegue Orlandini – cominciò una lunga odissea giudiziaria, gestita all’inizio dall’assessore Claudia Tassinari (si parlò di conflitto di interessi per la carica ricoperta), poi addirittura dalla stessa Filippini, che decise di essere contemporaneamente sia presidente sia avvocato dell’Ente. La causa venne malamente persa, con il tribunale che diede torto al Patrimonio (e non poteva essere diversamente) e così alla fine si è arrivati al pignoramento. Oltretutto nel frattempo l’immobile di via Lamborghini, in balìa dei vandali e delle intemperie, si è andato deteriorando giorno per giorno, diventando un immobile scarsamente appetibile. A causa del degrado e della caduta del mercato degli immobili usati, nella migliore delle ipotesi gli agenti immobiliari valutano il valore attuale dell’immobile dai 230.000 ai 250.000 euro, con una perdita secca per il Patrimonio Studi di oltre 200.000 euro. A tale cifra si aggiungano i costi notevolissimi della causa, delle spese legali e degli interessi da pagare, valutabili in oltre 100.000 euro. Assommando tutto, abbiamo quindi un danno al Patrimonio Studi di ben oltre 300.000 euro. Al confronto tutte le altre cose sono quisquilie».

E l’ex presidente ora non rinuncia al contrattacco: «Dopo un danno di tale entità subito dall’Ente, io me ne sarei stato buono e zitto. Invece la Filippini, alterando palesemente la realtà, nella conferenza stampa ha avuto l’ardire di dichiarare che “il pignoramento è stato fatto a causa di Orlandini che non ha avuto cura e premura della Fondazione”. Prima o poi la Filippini dovrà farsene una ragione: se la commissione da lei presieduta avesse perfezionato il rogito della permuta che il notaio aveva predisposto, il pignoramento non sarebbe mai avvenuto e quindi il “fallimento” del Patrimonio (come lo chiama la Filippini) è interamente colpa dell’attuale commissione e non di altri. La commissione da me presieduta è fiera di tutto quello che il Patrimonio Studi ha prodotto nei cinque anni in cui l’abbiamo gestito, facendolo conoscere a tutti i Centesi, molti dei quali prima ne ignoravano addirittura l’esistenza: oltre al grande restauro del Liceo ed al restauro di S. Lorenzo e del suo campanile, abbiamo realizzato l’apertura di un museo unico nel suo genere, la chiusura con grandi vetrate della loggetta del Liceo, le gare per il restauro di cinque case rurali, borse di studio annuali ed anche straordinarie, mostre di pittura, conferenze, la pubblicazione di libri e Cd».

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