Cronaca
1 Agosto 2017
L'indagato dell'omicidio premeditato dell'ex amico ha detto al giudice che voleva sposarsi. “Ma tu non puoi fare il testimone”

Omicidio di Valencia. Eder: “Vorrei venisse preso il colpevole”

di Redazione | 2 min

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Eder Guidarelli Mattioli

“Ho perso un amico e vorrei venisse preso il colpevole”. Si conclude così l’interrogatorio di Eder Guidarelli reso lo scorso 24 luglio davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Imperia Massimiliano Botti.

Durante il faccia a faccia con il gip, assistito dal proprio avvocato, Guidarelli ha cercato di dare una versione che cozzasse il meno possibile con la realtà dei fatti ricostruita dai carabinieri e dalla procura di Ferrara.

Il 32enne accusato dell’omicidio premeditato del suo ex amico ha ammesso di aver fatto uso in passato di cannabinoidi, anche se al momento “non fa uso di sostanze stupefacenti”.

Le domande del giudice si sono concentrate sull’incontro con Marcello, avvenuto a Valencia la notte tra il 2 e il 3 luglio. Quella notte, dopo averlo cercato già due volte presso il suo indirizzo in calle Juan Bautista Llovera, vedrà alla fine – “attorno a mezzanotte e mezza”, sostiene – Marcello arrivare. Il ragazzo chiama l’ascensore e Eder si avvicina e si toglie il casco. “Non spaventarti, non voglio farti del male”.

Dopo il primo approccio gli chiede il cellulare, per “recuperare le foto della mia ragazza”. All’inizio si è visto rifiutare la richiesta. Ma lui, Eder, voleva solo riappacificarsi con entrambi. Anzi, a lei voleva fare “la proposta” (di matrimonio). “Ma tu non puoi fare il testimone”. Poi diversi abbracci a indicare come lui e Marcello avessero risolto ogni attrito.

A Marcello avrebbe anche confidato di essere lui tale “Simon”, ragazza che gli scriveva attraverso un falso profilo facebook. Un profilo aperto “per capire come si comportava con le ragazze”, secondo la giustificazione data dallo stesso indagato.

Quanto alle macchie di sangue rinvenute sulla sua camicia, Eder sostiene di aver abbracciato più volte Marcello, ma “non so se avesse tagli”.

Intanto, in attesa che la Corte di Appello di Genova si pronunci sull’estradizione, le indagini procedono su due binari paralleli. Quello ferrarese e quello spagnolo. Le autorità valenciane dovrebbero arrivare in settimana in città per sentire familiari e amici della vittima.

L’avvocato Valentina Bordonaro chiederà un supplemento di perizia informatica sui supporti telematici dell’indagato per capire come Eder si muovesse attraverso la falsa identità che si era creato su facebook. Contemporaneamente dalla procura dovrebbe partire a breve la richiesta di una perizia psichiatrica sul 32enne accusato di omicidio, al momento ancora in carcere a Imperia.

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