Cento. L’Amministrazione comunale di Cento ha ritenuto di non accogliere la richiesta del locale Partito Democratico e del suo Gruppo consiliare di dedicare la ricorrenza del 25 aprile a Gabriele del Grande e Giulio Regeni. E’ questa la risposta alla lettera aperta del Pd, attraverso una nota affidata alla stampa nella quale vengono spiegate le motivazioni.
“È naturalmente condiviso – si legge nella nota – lo sdegno per l’ingiusta detenzione del blogger lucchese e la violazione dei diritti civili in Turchia, cui proprio oggi si aggiunge il sentimento di soddisfazione per la scarcerazione e l’arrivo in Italia. Così come è condivisa la condanna per il barbaro assassinio del ricercatore triestino e la violazione dei diritti umani in Egitto. Riteniamo tuttavia che queste due gravi vicende non debbano divenire bandiere della Festa della Liberazione, ma che sotto l’unica bandiera della Festa della Liberazione debbano significativamente trovare riparo e riscatto tutte le vicende che offuscano i diritti fondamentali. Tutti devono poter trovare cittadinanza nella giornata simbolo della libertà”.
“I circa 25mila cittadini ingiustamente incarcerati in 25 anni in Italia – prosegue la nota – e gli oltre tremila italiani detenuti all’estero in condizioni spesso intollerabili portano alla ribalta l’inosservanza del principio di inviolabilità della libertà personale. I 48 cronisti uccisi e i 259 reporter in carcere nel 2016 nel mondo, i 2903 giornalisti inseriti nell’elenco delle vittime di intimidazioni in un decennio in Italia e i 28 ammazzati dal dopoguerra a oggi da parte di mafie, terroristi, servizi occulti ci richiamano alla difesa della libertà di espressione e di informazione. E numerosi sono ogni giorno i casi di violazione dei diritti alla vita, alla salute e alla sicurezza, dei diritti all’istruzione e al lavoro, dei diritti alla libertà di pensiero e di religione”.
“Tutte queste persone – conclude l’Amministrazione comunale – che il nome sia o non sia noto, devono trovare rappresentazione nel 25 aprile, senza che intitolazioni o discussioni di parte, come quelle che stanno alimentando la cronaca, permettano di distogliere l’attenzione civica da quel moto di Liberazione unitario e trasversale che ha condotto all’affermazione della democrazia e dei valori fondanti la nostra Carta Costituzionale”.
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