Cronaca
16 Aprile 2017
Folla di autorità, colleghi e cittadini al funerale della guardia ecozoofila morta per mano di Igor

L’ultimo saluto a Verri, “vittima di una violenza cieca e ingiustificabile”

di Redazione | 3 min

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(foto e video di Alessandro Castaldi)

di Giuseppe Malatesta

Argenta. La piccola chiesetta di Ospital Monacale ha contenuto solo in piccola parte la moltitudine di persone che ha partecipato all’ultimo saluto a Valerio Verri, la guardia volontaria uccisa a colpi di arma da fuoco dal pluriomicida Norbert Feher alias Igor. Per la vittima, nella frazione argentana che 63 anni fa gli diede i natali, le massime autorità civili e militari accanto a conoscenti e amici vicini alla famiglia in una giornata di lutto per le comunità portuense e di Argenta.

I sindaci di metà provincia e il presidente Tiziano Tagliani, la consigliera regionale Marcella Zappaterra, Luigi Vitellio insieme alle autorità dell’arma e a nutrite rappresentanze di Protezione Civile, Guardie Ecologiche Volontarie, Polizia provinciale e Federgev regionale, al coordinamento provinciale Vigilanza Volontaria, all’Associazione Nazionale Carabinieri e al Settore Faunistico Venatorio hanno accolto il feretro in un commosso raccoglimento. Alle autorità locali si è unito il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, in rappresentanza del governo Italiano.

Monsignor Massimo Manservigi, nell’introdurre una funzione che i famigliari hanno chiesto potesse essere quanto più privata possibile (concelebrata con il parroco don Dino Rossato), ha parlato di “morte incomprensibile”, pregando per la santa resurrezione nella giornata che precede la Pasqua cristiana. “Permettetemi di rivolgervi al responsabile di questa ingiustizia: ti invitiamo a deporre le armi, di consegnarti alla giustizia umana prima che a quella divina. Ti invitiamo a riscoprire la tua umanità e a non permettere che le tue mani e il tuo cuore siano forzati contro altri esseri umani”.

Per voce del suo vicario, anche il vescovo Luigi Negri ha portato il suo messaggio di affetto e vicinanza alle persone colpite dal grave lutto, alla moglie e ai due figli di Valerio Verri in particolare: “Mi stringo a voi – scrive Negri – nel ricordo di chi ha mostrato quella capacità di dedizione e di servizio alle cause giuste che è caratteristica del nostro popolo. Di fronte al dilagare di una violenza cieca e ingiustificabile come quella che ha spento la vita di Valerio, tocca a noi cristiani e a tutta la Chiesa ribadire un’alternativa ad una società in cui l’assenza di Dio purtroppo e inevitabilmente porta alla sofferenza. Coloro hanno conosciuto e amato Valerio – conclude il vescovo – sanno bene che la sua è una testimonianza di vita ed un tesoro che non possono essere dimenticati”.

Unendosi al coro di cordoglio, il comandante della polizia provinciale Claudio Castagnoli ha voluto ringraziare anche a nome della famiglia e degli amministratori del territorio chi da ormai una settimana è coinvolto nelle impegnative ricerche del latitante serbo, nonché tutti coloro che – come Verri – sono “quotidianamente parte di un progetto di legalità insieme alle forze di polizia, nel contrasto del bracconaggio nelle nostre valli, nel sanzionare chi viola le leggi in questa terra tanto cara a Valerio. Un uomo silenzioso, che più che parlare amava fare”. Castagnoli ha portato anche il messaggio di vicinanza di Marco Ravaglia, l’agente ferito durante la sparatoria e ricoverato a Cesena in via di miglioramento.

Sull’ampio piazzale, dopo l’abbraccio raccolto dei parenti più stretti, della vedova e dei figli, un lungo applauso di commiato da parte dei tanti presenti ha salutato il feretro, partito alla volta del forno crematorio.

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