Cronaca
22 Marzo 2017
Una donna alla sbarra per le attività svolte in un centro di via Modena

Massaggi con happy ending, a processo la titolare del centro

di Redazione | 2 min

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Massaggio e poi qualcosa in più, da pagare separatamente. Con tanto di annunci sui siti specializzati e perfino recensioni in un forum sulle massaggiatrici e le prestazioni. Una donna di nazionalità cinese, titolare di un centro massaggi in via Modena è alla sbarra per favoreggiamento della prostituzione.

Il caso è nato nel 2014, quando i carabinieri iniziarono le indagini sulle reali attività del cento a seguito di un esposto che evidenziava l’attività di prostituzione pubblicizzata in alcuni annunci on-line. A parlarne in udienza davanti al giudice Carlo Negri è stato il maresciallo che ha condotto le indagini e che hanno permesso di scoprire l’attività svolta dall’imputata, al momento irreperibile, difesa dall’avvocato Saverio Stano (che però ha rinunciato al mandato).

Gli annunci innanzitutto. In vari siti internet dedicati agli incontri veniva pubblicizzato il centro massaggi, con immagini di donne in biancheria intima o bikini, senza messaggi espliciti ma con frasi che lasciavano intendere che nel centro di via Modena si praticavano “tanti altri trattamenti”. I numeri riportati per le prenotazioni, sia fisso che mobile, erano tutti e due registrati a nome dell’imputata. Dalle indagini è emerso che a pagare per gli annunci non fosse però la donna, bensì un uomo – che risultava indagato a Roma per sfruttamento della prostituzione – che aveva speso oltre 3mila euro per un anno per pubblicizzare due centri a Ferrara e uno a Roma.

Il tutto corredato con recensioni dei clienti in un forum, dove ci si scambiavano opinioni e commenti sulla qualità degli “altri trattamenti” e sulle massaggiatrici, che ospitavano i clienti anche in orari ben al di là di quello di chiusura (oltre le 22).

Poi le ragazze. Tutte cinesi – anche se risulta la presenza anche di una donna dell’Est, almeno come nominativo per la professione di estetista -, alcune vittime della prostituzione in altre città, e tutte domiciliate a casa della titolare, che le accompagnava.

C’è però un grande che potrebbe forse minare, anche se di poco a dire il vero, la reale esistenza del favoreggiamento. Dalle testimonianze raccolte – e che se sono state acquisite negli atti del procedimento – pare che la prestazione extra, l’happy ending, venisse pagato a parte direttamente nelle mani delle massaggiatrici, e poi veniva regolarmente fatturato il costo del massaggio. Tranne in un caso, quando a fare tutto è stata la stessa titolare, che ha fatturato un conto unico.

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