Attualità
3 Febbraio 2017
Aperti 5 ambulatori e assunti 3 medici per far fronte al problema. Sapigni: "Spreco di soldi per inseguire falsi allarmi"

Meningite. “Nessuna emergenza, siamo alla schizofrenia”

di Elisa Fornasini | 3 min

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“Siamo arrivati alla schizofrenia: da una parte abbiamo famiglie che rifiutano di far vaccinare i bambini, dall’altra assistiamo alla corsa alla vaccinazione per la meningite senza che ci sia nessuna forma di epidemia”.

E’ una situazione “insensata, paradossale, delirante” quella raccontata dal direttore generale dell’Ausl di Ferrara Claudio Vagnini che ha ribadito alla quarta commissione consiliare che “non c’è nessuna emergenza sanitaria per la meningite: in regione e provincia non sono registrati casi superiori rispetto alla statistica degli anni scorsi, Ferrara è nella media con tre casi di meningite e zero meningococco nel 2016″.

Ma le rassicurazioni, giunte qualche settimana fa dallo stesso Ministero della Salute, non sono bastate a frenare la coda per ricevere l’antidoto.

“L’allarmismo nella popolazione, fomentato dai media ma ingiustificato dal punto di vista epidemiologico – spiega Giuseppe Cosenza, direttore del dipartimento di Sanità Pubblica – ha portato a un aumento spropositato della richiesta di vaccinazione antimeningococcica e, di conseguenza, all’occupazione di risorse (spazi e personale) a scapito delle altre vaccinazioni”. Per questo, se fino a pochi mesi fa i tempi di attesa erano inferiori a 30 giorni, allo stato attuale sono molto più lunghi.

Se la priorità viene ovviamente data alle vaccinazioni obbligatorie per legge, chi prenota oggi un vaccino per la meningite riceve l’appuntamento a maggio-giugno, “che è come vaccinarsi per l’influenza ad agosto” ironizza Alberto Bova (Fc) che ha testato sulla propria pelle i lunghi tempi di attesa.

“Ci sono così tante richieste da non riuscire a stare dietro alle necessità – ammette il dg Vagnini – ma per far fronte al problema aumenteremo gli ambulatori e il personale a disposizione“.

L’Azienda Usl ha infatti aggiunto cinque ambulatori straordinari, tre per le vaccinazioni di routine che partiranno a marzo e due per l’antimeningite che prenderanno il via già sabato 4 febbraio e saranno attivi tutti i sabato mattina e i lunedì pomeriggio. Inoltre a marzo uscirà un bando per assumere a tempo determinato altri due medici che si aggiungeranno a un neoassunto già entrato in servizio.

L’appello di Vagnini alle istituzioni è quello di migliorare la comunicazione per arginare la “disinformazione quasi scientifica su questo tema” e per spiegare “l’importanza dell’immunità di gregge che, oltre una certa quota di vaccinazione, permette di coprire tutto il gruppo”, se così non fosse “vedremo bambini colpiti da malattie scomparse da decenni, come già si è verificato”. In effetti il trend di copertura per i vaccini obbligatori è in calo sia a livello nazionale che locale, scendendo al di sotto del 95% considerato il valore soglia per garantire l’immunità di gruppo.

Intanto si prepara il nuovo calendario vaccinale che prevede l’inserimento di nuovi vaccini contro meningococco, varicella, rotavirus, pneumococcica, hpv, herpes zoster e pertosse. Continua intanto la vaccinazione per l’influenza che sta colpendo principalmente i ragazzi fino ai 14 anni e gli over 65. In tutta la regione ci sono stati 9 decessi e 31 casi gravi, di cui tre a Ferrara.

La seduta ha visto un battibecco tra Luigi Vitellio (Pd) e Ilaria Morghen (M5S) sull’utilità della vaccinazione obbligatoria non solo per i bambini ma anche per medici e insegnanti. La proposta piace a Bova che ha annunciato che presenterà un odg per chiedere al consiglio comunale di sensibilizzare la Regione affinché i vaccini siano obbligatori anche per i docenti e il personale sanitario che ora latita (per l’influenza la copertura vaccinale degli operatori sanitari dell’Ausl è al 26%, percentuale che sprofonda al 9,2% per l’ospedale di Cona).

Francesco Rendine (Gol) chiede invece di stimolare un’indagine epidemiologica per destinare le risorse dove c’è realmente bisogno e non sprecare i soldi della collettività. Pensiero condiviso dall’assessora Chiara Sapigni che auspica una politica sanitaria più attenta alla prevenzione (su tutti screening oncologico, stile di vita sano e campagna contro il fumo) piuttosto che allo “spreco di soldi per inseguire false emergenze“.

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