Comacchio
7 Settembre 2016
La commissione cultura partoneopea si schiera contro il prestito di reperti archeologici. Ma sullo sfondo c'è la gara a Capitale della Cultura 2018

Napoli-Comacchio, screzi tra candidate

di Ruggero Veronese | 3 min

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Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Un tentativo di valorizzare il proprio patrimonio artistico finora trascurato, o piuttosto quello di favorire una candidata locale nella corsa a Capitale della Cultura 2018? Impossibile dirlo con certezza, ma di sicuro il dubbio sorge spontaneo nell’osservare il braccio di ferro a distanza tra il Comune di Napoli e quello di Comacchio. Il pomo della discordia riguarda la sede di esposizione di alcuni reperti archeologici provenienti da Ercolano e Pompei: venerdì pomeriggio la commissione cultura del capoluogo campano si è infatti riunita schierandosi in blocco contro al prestito delle opere del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Mann) a Palazzo Bellini, convocando per questa settimana un nuovo incontro sul tema. L’obiettivo dichiarato di buona parte dei consiglieri è quello di far saltare l’accordo sottoscritto il 19 luglio tra Marco Fabbri e il direttore del Mann Paolo Giuliarini.

L’insediamento a Palazzo Bellini della prima succursale esterna del Mann è stato infatti uno dei passi più importanti nella candidatura di Comacchio a Capitale della Cultura 2018. Una corsa che tuttavia vede in campo anche località campane come Caserta o la stessa Ercolano. Da qui il ragionamento – nemmeno troppo velato – della maggioranza dei componenti della commissione cultura napoletana: a che pro rafforzare la candidatura della rivale (e indebolire nel contempo quella dei siti vicini), concedendo senza alcun tornaconto i reperti del Mann?

Lo scopo ufficiale dell’accordo consiste nel dare visibilità a opere che fino a oggi – per questioni logistiche ed espositive – non hanno mai trovato sufficiente valorizzazione. “È difatti noto – furono le parole dell’assessore comacchiese Alice Carli dopo l’incontro con i dirigenti del Mann  – che i depositi dei più importanti musei italiani sono ricchi di tesori immensi, in molti casi sottratti alla pubblica fruizione per questioni di costi e spazi. Nel contempo molte città italiane presentano aree espositive destinate ad accogliere mostre temporanee spesso sotto utilizzate”. Nel dettaglio, l’accordo ha durata biennale (salvo rinnovo) e riguarda il prestito di reperti di Pomperi ed Ercolano, per una durata complessiva di tre mesi.

“È il solito regalo al nord Italia”: questo il commento più diffuso tra chi a Napoli critica lo “scippo di opere d’arte”, come l’ex consigliere comunale dell’Idv Antonio Luongo che sottolinea come il direttore del Mann Giuliarini sia stato nominato direttamente dal ministro ferrarese Dario Franceschini, e come ciò faccia sorgere il sospetto di favoritismi verso Comacchio nella corsa a Capitale della Cultura. Luongo e la schiera partenopea contraria all’accordo chiedono al direttore del museo nazionale (quindi indipendente dalle decisioni del Comune) di individuare nuove sedi espositive a Napoli per i reperti rimasti fino a oggi chiusi nei magazzini, ed eventualmente di pensare all’ipotesi di allestire un nuovo museo in Campania. Forse – se vogliamo ‘campanilisticamente’ spezzare una lancia a favore di Comacchio – proposte di questo tipo potevano essere proposte anche molto tempo prima della stipula dell’accordo. Che almeno – comunque vada a finire la polemica – avrà il merito di aver fatto uscire dall’oblio quei reperti finora dimenticati.

 

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