Comacchio
28 Luglio 2016
Anche il ministro ferrarese investito dalla polemica: avrebbe favorito la città lagunare, che punta a essere capitale della cultura 2018

“Stop allo scippo dell’arte”: Napoli si mobilita contro Comacchio (e Franceschini)

di Ruggero Veronese | 3 min

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Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Comacchio. Non sarà facile in questi giorni ascoltare parole di amore verso il nord Italia, camminando per le vie di Napoli. La ragione principale campeggia da giorni sui quotidiani sportivi nazionali: il contestatissimo trasferimento di Gonzalo Higuain alla Juventus. Ma c’è anche un’altra questione, decisamente più di nicchia ma che da qualche giorno ha iniziato a mobilitare giornalisti e intellettuali partenopei: lo spostamento di parte delle opere del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Mann) a Palazzo Bellini di Comacchio, dove dal marzo prossimo sorgerà la prima ‘succursale’ del Mann grazie all’accordo sottoscritto il 19 luglio dal sindaco comacchiese Marco Fabbri e da Paolo Giulierini, direttore del museo partenopeo.

Un accordo che appena una settimana fa era stato presentato con orgoglio da Fabbri e dall’assessore alla cultura Alice Carli, che ne hanno sottolineato l’importanza anche per quanto riguarda la candidatura di Comacchio a Capitale della Cultura 2018: “Si tratta – erano le parole del sindaco – di un passo storico per Comacchio, che conferisce concretezza e solidità, se vi fossero dubbi, alla proposta di candidatura a capitale italiana della cultura 2018 e che inaugura la serie di importanti collaborazioni che nei prossimi mesi si arricchirà ulteriormente”.

Ebbene: proprio nelle strategie comacchiesi per aggiudicarsi l’ambito riconoscimento c’è chi, a Napoli, vede qualcosa di sospetto. Come l’ex consigliere comunale dell’Italia dei Valori Antonio Luongo, che domattina (giovedì 28 luglio) effettuerà un sit-in di protesta su questo tema e che nell’avanzare i propri sospetti mira direttamente al ‘bersaglio grosso’: Dario Franceschini: “La nomina del direttore Paolo Giulierini, aretino come la ministra Boschi – sono le parole di Luongo riportate da Napoli Today – è stata fortemente voluta nell’ottobre 2015 dal ministro Dario Fransceschini, nato proprio a Ferrara, provincia nella quale si trova il Comune di Comacchio. Che, con la mostra delle opere del Mann, intende rafforzare la propria candidatura speciale a capitale della cultura per il 2018”.

Luongo è tutt’altro che solo in questa battaglia: mercoledì mattina ha fatto la propria comparsa sul sito Change.org una petizione della giornalista napoletana Barbara Giardello. La sua critica muove da un diverso presupposto: la possibilità mai sfruttata di ricavare un enorme spazio espositivo a Palazzo Fuga, il più esteso edificio monumentale napoletano, in modo da poter mostrare al pubblico le opere oggi indirizzate a Comacchio. Un’idea inizialmente proposta dall’associazione per la Rinascita Artistica del Mezzogiorno (Ram) e poi ripresa anche da Uguaglianza e Libertà, che annunciano di volersi “opporre in tutti i modi allo scippo delle opere”, invitando a sfruttare “luoghi simbolo come Palazzo Fuga” e chiedendo alla direzione del Mann di rendere pubblici gli esatti termini dell’accordo con il Comune di Comacchio. A questo proposito, nella petizione della Giardello si legge che “l’accordo prevede un ‘prestito’ di due anni, che potrà essere rinnovato (salvo trasformarsi poi in donazione)”. Quest’ultimo dettaglio (eventuale donazione al termine del prestito) non trova al momento riscontri e non compare nello schema di accordo approvato dalla giunta comacchiese (che trovate a fondo pagina). C’è però da scommettere che non mancheranno le repliche ufficiali.

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