Du iu śpich frares?
16 Agosto 2016

Una giornata al mare

di Maurizio Musacchi | 3 min

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Si tratta d’un bambino immaginario,(ma non troppo), di qualche decennio fa, quando il mare dei poveri era Magnavacca, ora Porto Garibaldi. Si tratta d’un ironico modo di raccontare “l’allegra miseria” di quei tempi. Non sarà un capolavoro di racconto, ma spero susciti nei più giovani qualche sorriso e nei miei coetanei “Ragazìt da ‘na volta”, qualche ricordo, misto da un po’ di malinconia. Buona lettura, Maurizio.

Compito d’un’immaginaria V° elementare”Poledrelli” di qualche anno fa!

UNA GIORNATA AL MARE

Domenica che è scorsa aviamo pasàto una giornata al mare con la màchina.
Si perché il mio opà cià una bèla màchina Fiat Balìla a mettàno, del milenovecinquanta circa. Color grigio pòntago.Essa cià anche il portapàchi indòve aviamo caricato il minimo indispensabile: quatro sdraje,due ombrelòni, il tavolo piegatòrio,la càssa còl mangiàre,le stoviglie per mangiare.Nel di dentro dèla càssa col mangiare,dice la màma ché non c’è ché il minimo:poche ròbe per fermare il stòmaco quando si viéne fuòri dal bagno di mare ché tira molto zò,esse sono in genere: sei botìglie di scalfaro Lambrusco digestivo,una padèla di lasàgne,un cunìno col suo bel tòcio,una salama intéra col suo purè,una decina di chiopéte di pane,una sùpa inglésa digestìva,dèle mugnaghe , solquante banane é una padèla coj pòmi còti é dèle brògne,ché aiutano a legerìre le budèle,dice la màma ! Di dentro dèla màchina c’erano: opà Menelào che guidava,di fianco,la màma.
Nel di dietro,io me e mio fratèlo Evaristo! -Vai più forte Menelào che pariàmo una galàna(diceva la màma,) ! Tanto ché si pasàvano tuti i ciclo matòri…poi a Tresigàlo si à pasàto infìno un funeràle ! Mò opà non ci dava brìsa a ménte, sicome ché si inviamo sempre in anticipo àle quattro…praticamente quando che è incòra nòtte, alle dieci e mèza eravamo a Magnavàca inquò : Porto Garibaldi! A tùta prima,aviamo cercato un bel posto a l’òmbra d’una fiopàra di alberi.Aviamo scaricàto tùte le tampline e le mangiatorie! Io, il mio opà ed Evariasto si siamo inviati verso il mare. Odìo ci era la muncilàngine viola verde ,rosa e giàla:più che mare dal colore pareva una minestra di verdùra. Io ho scansato con la mano tuto quel gomitòrio é ciò fàto il bagno…ché schifo. Era già mèzogiorno, elòra si siamo inviati verso la fiopàra di alberi indòve mia màma aveva già inasiato!
Odio c’erano anche le formiche che mangiavano la nostra merenda…qualche moscone,qualche vespa,e le zanzalle tigre che pizàvano come vampiri di Dracula e fàvano scadòre!
Dopo la merenda, si vede che il Lambrusco era proprio di gestivo perché mio opà à fàto un ruto che ha fàto suonare gli antifurti dèle màchine li dintorno! Poi,finito di suonare gli alarmi, si siamo inviati verso a casa che ha déto lui, che era tardi : erano le quatro e il sole aveva quasi squagliato la plastica dèla nostra Fiat Balìla a mettàno, ché bujéva come una sauna.Opà l’à sclamato:-Il caldo? Ròba da rìdàr così scàpano i reumatismi! Poi si siamo infilati nela màchina-forno e si siamo dipartiti !
Siamo arivàti che era quasi mezanòte. Odio opà era tuto orgoglionito e ha guardato il orologio dicendo :-Puntualità svìzera !
Che volete che vi dica? A parte il viàgio da galana,il bagno nel mare sbrodoloso,le mosche, formiche e zanzalle scadorifere,la sbujànzata che aviamo chiapàto nèla màchina…mi sono proprio goduto:ché bèla la mia feria di un giorno al mare !
“Pierino” Maurizio Musacchi 15 agosto di…qualche anni fa…

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