Ostellato
21 Luglio 2016
Dai risultati delle analisi fatte effettuare da "Fumi di Torba" non emergono elementi preoccupanti

Torbe. Alluminio nel Mezzano, ecco i dati

di Daniele Oppo | 4 min

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protezione civile torba mezzano 2Ostellato. Il gruppo Fumi di Torba e il medico ambientalista Luigi Gasparini hanno fornito alla nostra redazione le analisi di laboratorio effettuate sui campioni da loro raccolti nel Mezzano.

Come si ricorderà il gruppo segnalava “un’alta presenza di alluminio del terreno interessato nel mese di gennaio”. Nel dettaglio, dai rapporti di prova in nostro possesso il laboratorio AgroLab di Altavilla Vicentina, emerge che in un campione di fango è stata rilevata una concentrazione di alluminio pari a 10.300 milligrammi per chilogrammo. Significa che per un kg di quel campione, l’1,03% era alluminio. In un altro campione, questa volta di acqua (non si sa se superficiale o meno), l’alluminio è stato trovato in concentrazioni ancora più piccole: 11,5 milligrammi per chilogrammo.

È tanto? Il rapporto di prova non lo dice, nel report non sono infatti contenuti limiti di legge eventualmente confrontabili (non risulta ne esistano per i terreno, mentre per l’acqua destinata a uso umano, e non sembra questo il caso, è 200 microgrammi per litro).

Ci sono comunque tanti fattori che si possono valutare per provare a dare una risposta, a partire dal fatto che l’alluminio è un metallo tutt’altro che raro nella crosta terrestre, rappresentando circa l’8,5% di tutti gli elementi presenti, è il terzo elemento più abbondante dopo ossigeno e silicio. Una presenza talmente forte che in geologia lo strato superiore della crosta terrestre viene chiamato SiAl (Silicio più Alluminio).

Considerando che, in media, ci si attende di trovare in natura 83mila milligrammi per ogni chilogrammo di crosta terrestre, si può dire che, almeno in generale, il risultato del campione rientra ampiamente nei limiti della normalità.

Poi le caratteristiche cambiano da posto a posto, da terreno a terreno, da punto a punto e proprio in Emilia Romagna si segnala una quantità più elevata di alcuni elementi rispetto ad altre zone.

È vero però che, almeno nei terreni destinati all’uso agricolo, l’alluminio è uno dei fattori che può determinare il grado di fertilità del suolo, ma è difficile arrivare a conclusioni specifiche basandosi su un unico campione di cui si sa poco.

E anche qui, comunque, come rileva uno studio preliminare  dell’Istituto superiore di sanità sui terreni contaminati in Sardegna, va considerato che “nonostante la sua elevata presenza nei suoli (molti terreni ne contengono dal 3 al 10%), il suo contenuto nelle piante, nei cereali, nelle acque dei laghi e dei fiumi è relativamente basso, probabilmente a causa della sua naturale scarsa solubilità. Tuttavia, sia l’acidificazione dei suoli causata dalla piogge acide sia il largo impiego di fertilizzanti acidi, può aumentare sensibilmente il contenuto di alluminio nei vari comparti”.

Rimane poi da stabilire – e i report su questo tacciono né ci è stato riferito in altro modo – con quali modalità sono stati raccolti e conservati i campioni. Arpae, ad esempio, nel suo studio sugli incendi nel Mezzano ha pubblicato tutti i dati, comprese le tecniche di prelievo e i punti di scavo, motivando le scelte effettuate.

Insomma, sembrano esserci pochi elementi per lanciare un’allarme o per far muovere la macchina istituzionale/burocratica per ulteriori controlli.

Contattato via mail,  il medico ambientalista Gasparini afferma comunque di ritenere “scorretti ed anche offensivi i comportamenti adottati dalle nostre istituzioni nei riguardi di noi ambientalisti e nei riguardi degli impegni economici e di tempo che noi ambientalisti dedichiamo alle problematiche ambientali ed igienico-sanitarie del nostro territorio provinciale”. Il riferimento è, forse, al commento che allora fece il sindaco di Ostellato Andrea Marchi e al suo collegamento tra il gruppo “Fumi di torba” e il falso scoop M5s/National Geographic – collegamento che il gruppo respinge con forza, essendo stato ‘opera’ della consigliera comunale di Ferrara Ilaria Morghen. “Non riesco assolutamente a capire come mai – afferma infine Gasparini – di fronte a preoccupazioni ambientali di grave entità esposte da noi ambientalisti alle istituzioni, non siano state ripetute successivamente le analisi riscontrate non regolamentari da Arpae durante le indagini del lontano, se non sbaglio, ottobre 2015 e non riesco a capire come mai Arpae durante suddette indagini non ha cercato il metallo tossico alluminio”.

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