Codigoro
19 Luglio 2016
Un 57enne di Codigoro a processo per aver raggirato un'azienda in difficoltà economiche

Accusato di truffa per aver gonfiato perizie sui mutui bancari

di Daniele Oppo | 3 min

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trib2Una pesante esposizione debitoria nei confronti del sistema bancario, l’acqua alla gola, l’istituto di credito che intraprende azioni esecutive immobiliari. È la situazione critica in cui versava un’azienda del ferrarese. Una situazione in cui chiunque cercherebbe una scappatoia, almeno per alleviare il peso dei debiti. Anche cedendo all’illusione. Capita così che ci si affidi a chi promette uno spiraglio luce. Come è capitato a due imprenditori di un’azienda di Codigoro: affidarsi a Donato Straforini – codigorese di 57 anni, oggi a processo per truffa – per verificare la legittimità dei rapporti intrattenuti con il proprio istituto di credito.

E qui – secondo la procura di Ferrara – scatta il raggiro. Nel 2014 Straforini si presenta ai due come collaboratore dell’associazione anti-usura Federitalia (sede di Parma) e propone di effettuare una perizia sui loro rapporti bancari. Ma per l’accusa Straforini non è più affiliato all’associazione, essendo stato espulso tempo addietro. Non fa niente, loro – costituitisi parte civile per il tramite di uno specialista in materia di rapporti bancari, l’avvocato Luca Berni del Foro di Parma – non lo sanno e lui si impegna ad eseguire, proprio tramite l’associazione, un’attività di consulenza e perizia sui mutui bancari.

Attività, ovviamente, a pagamento. E qui sarebbe scattato il secondo tassello della truffa: prima si sarebbe fatto versare 7.800 euro con quattro bonifici sul suo conto corrente. Poi avrebbe fatto versare ai due imprenditori altri 4.235 euro sul conto di una società, con sede a Forlì, che si occupa di commercio all’ingrosso di articoli per l’illuminazione e materiale elettrico vario per uso domestico e con la quale l’impresa di Codigoro non ha mai intrattenuto rapporti commerciali. Niente a che fare con le banche, l’usura, la tutela dei consumatori.

Costi totali sensibilmente superiori a quelli praticati in realtà dall’associazione dei consumatori, estranea a tutta la vicenda, che per il controllo su 30 anni di rapporti bancari chiede cifre molto più basse, circa 400 euro, una frazione di ciò che Straforini si è fatto pagare. Pagamenti esorbitanti per una serie di perizie che, sempre secondo l’accusa, non sarebbero neppure state del tutto eseguite.

Nella mattina di lunedì, davanti al giudice Annamaria Totaro, si è aperto il processo e Straforini ha chiesto il rito abbreviato subordinato all’interrogatorio dell’imputato e a una piccola produzione documentale: il suo difensore ha presentato un’integrazione della visura sulla società di Forlì in cui comparirebbe anche la consulenza alle aziende tra le attività proprie e la dimostrazione che Straforini non fosse stato espulso dalla Federitalia ma si sarebbe dimesso volontariamente in un momento successivo al contatto tra lui e i due imprenditori di Codigoro.

Per conoscere la verità (quella giudiziaria almeno) bisognerà aspettare qualche mese: il giudice ha rinviato a novembre per la discussione e la sentenza.

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