Cronaca
8 Giugno 2016
Durante l'udienza di convalida del fermo il maresciallo nega la presenza della figlia della compagna, che si è avvalsa della facoltà di non rispondere

Omicidio del Po. La difesa del carabiniere: non voleva ucciderlo

di Redazione | 2 min

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Salvatore Ciammaichella (foto tratta dal profilo Facebook)

Salvatore Ciammaichella (foto tratta dal profilo Facebook)

Molto scosso per quanto accaduto, nega che la figlia abbia assistito all’omicidio. Salvatore Ciammaichella, il maresciallo dei carabinieri accusato di aver ucciso il barista Antonio Piombo, 60 anni, nella golena del Po, a Garofolo di Canaro, ha raccontato la sua versione dei fatti durante l’udienza di convalida del fermo.

“Abbiamo fiducia nella magistratura”, le uniche parole del suo difensore, l’avvocato Alessandro Falzoni di Cento, che martedì lo assistito durante l’udienza. La decisione del giudice dovrebbe arrivare entro giovedì mattina.

Se la compagna Monia Desole, difesa dall’avvocato Lorenza Munari di Rovigo, si è avvalsa della facoltà di non rispondere (il difensore ha contestato l’esistenza di un pericolo di fuga che giustifichi la misura del carcere), il maresciallo in servizio a Cento (in congedo da più di un anno per problemi di salute e che sarebbe dovuto tornare presto a lavoro) ha deciso di rispondere.

Secondo le ricostruzioni dell’interrogatorio, Ciammaichella – al momento sospeso dall’Arma – avrebbe parlato di un tragico incidente, negando qualsiasi volontà di uccidere Piombo. Una tragica fatalità, conseguenza di una lite violenta, generata dal fatto che Piombo – ma questa sarebbe solo la sua versione dei fatti – sarebbe andato a disturbare lui e la compagna, appartati sull’argine del Po come molte altre coppie fanno in quella zona. Una lite finita male, con il militare che estrae la sua pistola personale – una Mauser calibro 7.65 – e, nella concitazione, fa partire involontaria un colpo fatale per il barista. Il possesso dell’arma – comunque regolarmente denunciata – è un altro fatto contestato al maresciallo.

Poco si sa sul perché insieme alla compagna abbiano spostato l’auto di Piombo, preso il suo bancomat e fatto piccoli prelievi da alcune centinaia di euro (materialmente li avrebbe eseguiti la donna) in alcuni bancomat, spostandosi fino a Bologna e Finale Emilia, come risulta dalle registrazioni di alcune videocamere di sorveglianza. Forse un modo per depistare le indagini e far pensare a una rapina finita male.

Ciammaichella ha però negato con forza quanto emerso da alcune indiscrezioni di stampa che parlavano della presenza della figlia di 6 anni della Desole sul luogo del delitto, nel momento in cui è stato commesso l’omicidio.

Intanto le indagini proseguono. Il 10 giugno verrà portato a Parma, nella sede del Ris, dove verranno esaminati alcuni oggetti sequestrati dagli inquirenti, tra i quali alcuni mozziconi di sigaretta.

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