Parcheggiatore abusivo ha un malore mentre scappa dalla polizia locale
Denuncia per un parcheggiatore abusivo che ha tentato di indirizzare due agenti in abiti civili della Polizia Locale a bordo di un'auto civetta verso uno stallo di sosta
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Comacchio. Nel corso dell’ultimo consiglio comunale l’amministrazione ha conferito la cittadinanza onoraria all’ex parroco don Giuseppe Stoppiglia, accogliendo l’istanza presentata da un nutrito gruppo di cittadini comacchiesi che per l’occasione ha affollato la sala consigliare di Palazzo Bellini. La cerimonia ha accolto le testimonianze di chi ha vissuto l’influenza religiosa, ma soprattutto culturale, di don Stoppiglia ribadendo il grande legame reciproco lungo mezzo secolo.
“Un giorno speciale per questa città – lo ha definito il sindaco Marco Fabbri -, un gesto mosso da profonda riconoscenza e gratitudine verso un uomo che ha trasmesso a generazioni di comacchiesi valori fondamentali, da protagonista della storia recente di Comacchio. Il suo impegno, profuso qui in opere filantropiche e sociali dal 1965 al 1975, e poi nel resto d’Italia e del mondo come presidente dell’associazione Macondo. A lui va il nostro più alto riconoscimento civile”. “Un’iniziativa che mette d’accordo tutti, che ha origine dal basso – ha aggiunto l’assessore Sergio Provasi -. Questo legame inscindibile a Don Giuseppe ci ha sorpreso piacevolmente”.
Certi di interpretare i sentimenti dei cittadini comacchiesi, Daniele Lugli, Aniello Zamboni e Gian Franco Arveda hanno portato a vario titolo il loro contributo al ricordo del sacerdote, ripercorrendo alcuni passi simbolici dell’attività di don Stoppiglia nella cittadina lagunare. “Dieci anni intensissimi e decisivi per tutti noi – ha ribadito Lugli -, affrontati con coraggio, andando contro le convenzioni dell’epoca, infrangendo le consuetudini e dando un esempio etico e storico attraverso una presenza viva e costante tra la comunità, in particolar modo a fianco dei più bisognosi”. Zamboni ha speso parole di grande stima per “l’uomo della novità, che non aveva timore di prendere posizioni forti anche nei confronti dei suoi superiori, rispetto a tematiche politiche e culturali molto sentite all’epoca. Questa cerimonia – ha detto Zaniboni – rievoca una stagione lontana in cui molti di noi affondano le radici di quello che sono. Anni belli, ma non semplici, in cui Don Stoppiglia fu fondamentale e di grande supporto. Giustamente dopo mezzo secolo questa comunità gli rende il dovuto omaggio”.
“Giuseppe aveva trovato a Comacchio un laboratorio di vita – ha proseguito Arveda, legato al parroco da una profonda e lunga amicizia -, e anche lontano da qui non ha mai rinnegato questo rapporto. Sono grato di aver incrociato la sua strada, negli anni in cui si assisteva con sgomento e entusiasmo ad uno scontro tra il vecchio e il nuovo, momenti in cui il futuro appariva colmo di promesse lontanissime e polarizzazioni molto forti. Don Stoppiglia – continua – non ha mai rinunciato a mettersi in gioco, mettendo alla prova i propri valori cristiani e catturando molti di noi con il suo messaggio. Spero che alle nuove generazioni sia consentito di incontrare maestri rispettosi della loro dimensione esistenziale, come è capitato a me con lui”.
Prima di formalizzare l’onorificenza, anche don Gaetano Farinelli, attuale presidente dell’associazione Macondo ha voluto unirsi al coro di gratitudine a “Don Giusfèn, come lo chiamavano affettuosamente i suoi amici e parrocchiani. Il suo è stato un contributo che andava oltre l’aspetto devozionale, per diventare impegno sociale, politico e culturale, portandolo spesso a scontrarsi con le autorità religiose a cui era sottoposto”.
Lo stesso don Stoppiglia ha confermato la difficoltà di conciliare il suo pensiero con le aspettative della curia, raccontando aneddoti e accadimenti relativi agli anni ‘60 e ‘70, dalla tessera sindacale alla sua posizione di apertura nei confronti del referendum sul divorzio, che avevano minato il proseguimento del suo stesso incarico. “Amo profondamente Comacchio – ha dichiarato -, sin da subito ho apprezzato la sua gente, ho abbracciato la loro cultura e studiato i loro silenzi, respingendo dicerie e pregiudizi che c’erano intorno a questa citta. Porto un segno profondo di Comacchio, sono andato via con il cuore spezzato”. Visibilmente emozionato, tra gli applausi della sala, ha poi ricevuto in omaggio la fiocina d’oro. “Un simbolo che è l’essenza di Comacchio e racchiude tutti i valori della nostra tradizione” ha concluso il primo cittadino.
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