“La schiena più dritta, il necessario coraggio nei confronti di Bruxelles e il doveroso rispetto nei confronti di azionisti e obbligazionisti avrebbe garantito tutt’altro epilogo”. Riccardo Maiarelli, presidente della Fondazione Carife, scrive una dura lettera aperta al premier Matteo Renzi, smentendo le sue affermazioni sul “salva banche”.
Maiarelli interviene dopo aver letto le dichiarazioni del presidente del Consiglio in cui si elogiava l’intervento del Governo per ‘salvare’ le quattro banche commissariate che, altrimenti, non avrebbero aperto “quel lunedì”, con perdita anche dei posti di lavoro e dei depositi dei correntisti.
“Devo dissentire completamente – scrive il presidente della Fondazione Carife -. Non è così, almeno per quanto riguarda il caso di Carife. Non credo non possa essere al corrente che nel mese di luglio 2015 é stata individuata per Carife una soluzione che prevedeva l’intervento del Fitd (Fondo interbancario di tutela dei depositi, ndr) con un prestito ponte, l’attribuzione gratuita di warrant per gli azionisti, l’integrale salvataggio degli obbligazionisti e il mantenimento dei posti di lavoro. L’organo di governo delle crisi bancarie (Banca d’Italia) ha approvato ed autorizzato la convocazione di una assemblea straordinaria dei soci che il 30 luglio scorso hanno votato favorevolmente la delibera predisposta dalla Amministrazione Straordinaria, identificando la medesima come la soluzione più responsabile nella situazione di crisi creatasi”.
“L’Unione Europea – prosegue Maiarelli – sembra abbia manifestato, verbalmente, il configurarsi di una condizione di possibile aiuto di stato e per questo presumo abbia “indicato” al nostro governo di procedere attraverso percorsi differenti, bloccando di fatto analoghe iniziative per le altre banche in crisi, che il Fitd stava predisponendo”.
“Eccoci al dunque”, continua Maiarelli che da qui inizia l’attacco: “L’atteggiamento del governo, timoroso delle conseguenze negative che potessero generarsi a Bruxelles ha consigliato di ripiegare sul ‘salva-banche’. Con tutte le conseguenze che conosciamo, non solo per azionisti ed obbligazionisti, ma anche per un concreto rischio occupazionale. Signor Presidente il Fitd è organismo privato formato dalle banche private italiane, la soluzione prospettata (dalla stessa Banca d’Italia) e votata in assemblea era più che legittima. La schiena più dritta, il necessario coraggio nei confronti di Bruxelles e il doveroso rispetto nei confronti di azionisti e obbligazionisti avrebbe garantito tutt’altro epilogo”
Ma il presidente della Fondazione non ha ancora esaurito le cartucce. Le ultime due le spara nel finale: “Non si consideri il decreto ‘salva-banche’ come la migliore soluzione possibile. Perché non lo è. Per nulla. É solo quello che ci hanno imposto. Se il risarcimento delle fasce più deboli degli obbligazionisti fosse rappresentato da un ridicolo indennizzo – ammonisce infine – credo sarebbe più dignitoso per tutti risparmiarci questa ulteriore beffa”.
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