
Ingresso del MiSE-Ministero dello Sviluppo Economico – Roma 14/05/2014
Cento. Eppur si muove, potrebbe dire un moderno Galileo Galilei prestato alla cronaca giudiziaria. In particolare osservando il processo civile sul crac di Patrimonium, il gruppo di società dei fratelli Stefano e Valerio Melloni di Cento che nel 1993 sprofondò in un baratro da 120 miliardi di lire di debito assieme ai soldi di 1700 risparmiatori. Risparmiatori che da 22 anni aspettano di recuperare i propri risarcimenti ma costretti ad attendere prima a causa dell’operato di Lorenzo Zaccagnini, il vecchio liquidatore ministeriale condannato nel 2009 a nove anni per appropriazione indebita, e poi per le tempistiche della giustizia civile, che anche lo scorso marzo hanno determinato un rinvio di nove mesi a causa dell’assenza di un giudice.
Durante l’ultima udienza, il processo ha però compiuto un deciso passo avanti: il giudice del tribunale civile di Roma ha infatti deciso di unificare tutte le cause relative al crac Patrimonium, rinviando le parti al prossimo giugno per l’ultima sessione prima della sentenza. Tra le questioni più delicate vi è quella che riguarda la restituzione delle provvisionali da circa 20mila incassate dai risparmiatori dopo la condanna di Zaccagnini. Il tribunale di Milano impose infatti al ministero, giudicato responsabile civile per aver affidato l’incarico al liquidatore, il versamento delle provvisionali alle persone truffate da Zaccagnini. Ma la sentenza fu ribaltata nel 2013 dalla Cassazione secondo cui il Mise, non avendo un rapporto di lavoro diretto con l’ex liquidatore, non poteva essere ritenuto responsabile. E quindi le provvisionali faticosamente ottenute in giudizio dagli ex risparmiatori dovevano essere restituite alle casse ministeriali.
Da qui deriva la causa civile intentata dai risparmiatori verso il ministero, di cui si attende ora la sentenza definitiva. La speranza dell’avvocato Emilio Esini, che assiste 12 risparmiatori, è rappresentato da quel fondo di tutela di tutela in cui nel 1996 sono stati accantonati i beni che il tecnico ministeriale avrebbe dovuto liquidare ma che non arrivarono mai a destinazione. Nel frattempo si discuterà anche del nodo delle provvisionali: alcuni ex investitori le hanno già restituite, e chiedono ora un risarcimento che tenga conto anche della cifra che hanno dovuto riconsegnare a Zaccagnini.
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