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21 Novembre 2015
Palazzo Pitti celebra la ricorrenza del centocinquantesimo anniversario di Firenze Capitale d’Italia

I doni e le collezioni del Re in mostra

di Redazione | 4 min

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La Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti ha voluto celebrare la ricorrenza del centocinquantesimo anniversario di Firenze Capitale d’Italia con una mostra, a cura di Simonella Condemi (Catalogo Sillabe), aperta fino al 6 aprile 2016, dedicata alla presenza del Re, e in particolare al suo soggiorno nella Reggia fiorentina, che dal 1865 dette ospitalità anche ai Savoia, la terza grande dinastia regnante dopo quella dei Medici e dei Lorena.

L’esposizione vuole creare presso alcuni degli spazi originari una suggestiva rievocazione della vita del Sovrano, dei suoi gusti artistici e dei suoi principali interessi e legami, cercando di coinvolgere il visitatore nelle atmosfere della reggia.

Le cronache narrano dell’entusiasmo dei cittadini per l’arrivo del Re a Firenze, città che lo accolse calorosamente, nonostante le controversie politiche suscitate da questo passaggio della capitale da Torino al capoluogo di Toscana. Primo Sovrano della nazione italiana Vittorio Emanuele II salì al trono nel 1849 e in seguito all’annessione della Toscana al Piemonte visitò Firenze in differenti occasioni. Una di queste fu la Prima Esposizione Nazionale del 1861, presso la quale effettuò numerosi acquisti.

Le sue scelte furono eterogenee, come del resto era il suo gusto ricco di sfumature; numerosi dipinti e le sculture, ma anche oggetti d’artigianato e d’arredamento.

Nel 1863, invece, recatosi all’Accademia di Firenze, il Sovrano commissionò a sei giovani artisti alcuni grandi dipinti a soggetto storico, che andarono successivamente ad arredare le stanze della reggia. Nella sala del Fiorino è esposta, come in grande salon, parte di questo patrimonio di opere che i curatori hanno definito, semplificando, i doni del Re.

In mostra quindi i dipinti, i mobili, i manufatti artistici e artigianali che testimoniano il passaggio della corte Savoia a Palazzo Pitti. Dopo l’elezione della città a capitale, si rese infatti necessario un riallestimento che coinvolse sia la residenza privata del nuovo Sovrano nella Palazzina della Meridiana, attuale galleria del costume, che gli Appartamenti Reali al piano nobile della Galleria Palatina, che vennero utilizzati esclusivamente per cerimonie e incontri di rappresentanza di alto rango.

L’appartamento della Duchessa d’Aosta – cosiddetto per la prolungata permanenza a palazzo fino al 1946 di Anna di Francia – ambiente che fa parte della Galleria d’arte moderna, rappresenta il nucleo della mostra e per l’occasione le sue sale sono quasi tutte riaperte al pubblico. Gli ambienti si offrono con il loro arredo originario, risultato di un importante riallestimento (1993) basatosi sull’ultimo Inventario Oggetti d’arte risalente al 1911. Le stanze sono ampliate per la mostra da ambientazioni dedicate alla presenza Savoia, anche attraverso oggetti di uso quotidiano che rispecchiano gusto e personalità dei regnanti, prima fra tutti Vittorio Emanuele II, Re di Firenze Capitale. Importante testimonianza del gusto eclettico del Re, dei Savoia e degli Aosta, gli ambienti hanno raggiunto il loro aspetto attuale, grazie alla sovrapposizione di manufatti e arredi appartenuti a quelle dinastie che avevano precedentemente abitato il Palazzo, e che furono poi rimessi in uso dopo i necessari restauri dai nuovi Reali. A questa prima immagine si uniscono oggetti come la monumentale specchiera eseguita dai fratelli Levera ed acquistata da Vittorio Emanuele II all’Esposizione Nazionale del 1861, visibile nel Salotto Rosso.

Lasciando la sala della Musica ed entrando nel Salotto Giallo, si trovano testimonianze delle passioni del Re gentiluomo, i cani, i cavalli, oltre che tracce di quei passatempi prettamente maschili come il fumo e il gioco. Amante della natura incontaminata, trovava nei sontuosi giardini di Villa La Petraia uno spazio di fuga dalla quotidianità, dove poter coltivare i suoi interessi anche per la scienza e per la botanica, e da dove provengono alcuni oggetti esposti in mostra.

Proseguendo si incontrano le presenze femminili che accompagnarono la vita del sovrano, Margherita di Savoia, nipote e nuora di Vittorio Emanuele e le figlie Maria Pia e Maria Clotilde. Nelle sale che furono abitate probabilmente anche da queste donne si possono ammirare, come in una suggestiva ricostruzione, oggetti legati alla moda dell’epoca. Un percorso che si compone di arredi, abiti eleganti, oggetti domestici insieme a fragili accessori come ventagli, ombrellini, porta bouquet o carnet da ballo, ed infine un piccolo repertorio di fotografie del tempo.

Nella stanza dei camerini è stata allestita infine una sorta di galleria dove si possono ammirare i ritratti di personalità maschili e femminili che segnarono gli avvenimenti politici e culturali del tempo. In ultimo la sezione dedicata alle cineserie appartenute ai Savoia, come il paravento acquistato all’Esposizione Nazionale del 1861, o quello più antico sul quale venne fatto apporre lo Stemma sabaudo.

Il percorso sabaudo nella Galleria Palatina si concentra negli Appartamenti Reali, ulteriore testimonianza del gusto Savoia. L’arredamento attuale si compone di molti oggetti provenienti dalla Palazzina della Meridiana e dalle regge dimesse, unite ad arredi preesistenti, e testimonia quanto poco la figura del Sovrano di Firenze Capitale, che utilizzava questi ambienti solo in occasioni e cerimonie ufficiali, vi abbia lasciato traccia. L’impronta Savoia più evidente si deve piuttosto alla presenza più tarda di Umberto I e della Regina Margherita, che scelsero proprio queste sale come residenza privata. Scrive Indro Montanelli dell’amata sovrana:

“Era una vera e seria professionista del trono

e gli italiani lo sentirono

Essi compresero che,

anche se non avessero avuto un gran Re,

avrebbero avuto una grande Regina

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