Con tre giovani arrestati e cinque denunciati su 226 identificati, di cui 119 minorenni, Ferrara ha partecipato con numeri significativi all’operazione nazionale “Alto Impatto” contro la criminalità giovanile, conclusasi venerdì
Si era intascato e nascosto nei vestiti qualcosa come 80 euro di pistacchi. Pensava di aver oltrepassato indenne le casse un uomo di 30 anni di Ferrara, con in tasca le sue preziose leccornie
Un insolito oggetto rosso abbandonato a terra in una via tra le Mura e la Certosa. Da lì, la scoperta che quello che il cittadino aveva notato camminando era il defibrillatore ad uso pubblico asportato, lo scorso agosto, dalla teca collocata nei pressi della Casa del Boia, sulle Mura Estensi
La Polizia di Stato, in particolare Squadra Mobile con il supporto del Reparto Prevenzione Crimine di Bologna, ha svolto alcuni servizi prevalentemente nelle fasce orarie di maggiore aggregazione giovanile e nei luoghi principalmente frequentati dagli stessi
Anche la Corte d'Appello del tribunale di Bologna ha assolto Fabio Longo, il 62enne assistente capo della polizia penitenziaria di Ferrara, oggi in pensione, inizialmente finito a processo con l'accusa di peculato per essersi appropriato senza titolo di ventiquattro bottiglie di olio per un valore di circa 60 euro
Paolo Zamboni insieme al suo team di ricercatori e ai rappresentanti del Panathlon
A un anno dall’esplosione del razzo Antares che conteneva lo strumento Drain Brain, Paolo Zamboni ripercorre le tappe salienti dell’esperimento che si è rivelato “a prova di bomba”. Il chirurgo vascolare di fama mondiale, direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara e responsabile della ricerca sull’insufficienza venosa cronica cerebrospinale nella sclerosi multipla, è stato l’ospite d’onore del convivio del Panathlon Club di Ferrara. La presidente Luciana Boschetti Pareschi, affiancata dai vicepresidenti Giorgio Rambaldi e Gabriele Manservisi e dal governatore dell’Area 5 Giorgio Dainese, ha accolto il professore (suo studente al liceo classico) lunedì sera all’Archibugio per una cena conviviale dall’alto profilo scientifico.
L’incontro, intitolato “In volo con Samantha fuori e dentro le quinte”, era appunto dedicato all’esperimento scientifico condotto in orbita da Samantha Cristoforetti. Come è noto, la prima astronauta italiana ha collaborato con Zamboni e il suo team (presenti alla cena il project manager Angelo Taibi e i ricercatori Erica Menegatti, Anna Maria Malagoni e Mirko Tessari) per portare nello spazio il pletismografo messo a punto da Unife. Lo scopo era quello di studiare il riflusso del sangue dal cervello in microgravità per migliorare le scarse conoscenze sulla fisiologia umana del ritorno venoso cerebrale in condizioni straordinarie e per realizzare un nuovo strumento diagnostico che possa essere utilizzato da pazienti affetti da malattie neurodegenerative. Un sogno che sta diventando realtà.
Un momento della cena
“Questa sera vi racconto la favola di un gruppo di ricerca di una piccola università che riesce a partecipare a una missione spaziale della Nasa” annuncia Zamboni che ringrazia Cristoforetti, “una donna di uno spessore fuori dal comune”, per il suo prezioso contributo alla scienza. “I medici si occupano dello spazio perché rappresenta la possibilità dell’uomo di sostenere il pianeta ma non sono mai riusciti a indagare bene gli effetti dell’assenza di gravità sulla salute degli astronauti. La nostra scommessa è stata quella di realizzare delle strumentazioni che potessero essere trasportabili per darci a distanza dei parametri relativi all’apparato cardiovascolare, in particolare sul ritorno venoso del sangue dal cervello al cuore. Capire come funziona il ‘viaggio’ del sangue nell’asse cuore-cervello è fondamentale per la vita degli astronauti. Drain Brain ci ha insegnato che in orbita il sangue scorre più lentamente e che il meccanismo del respiro è un potente attrattore, più che sulla Terra”.
Una scoperta molto promettente che apre ulteriori scenari e sviluppi anche per chi ha ‘i piedi per terra’. “La linea su cui dare fuoco alle polveri è l’applicazione dei risultati spaziali anche per problemi terreni – rivela il ricercatore ferrarese – sviluppando queste conoscenze nell’ambito della telemedicina. La possibilità di analizzare a distanza decine di parametri in maniera semplice e non invasiva, consentirebbe ai pazienti di essere in comunicazione con gli esperti anche in situazioni disagiate o di emergenza. Il progetto, già proposto al Ministero della Salute, è risultato uno dei migliori in Italia e probabilmente riceveremo i finanziamenti entro la prossima primavera. Dopo partiremo con questa nuova avventura che permetterà ai medici di tenere monitorati i pazienti anche da lontano”.
Certo, a molti può sembrare fantascienza, ma Drain Brain ci ha insegnato che tutto è possibile. Come ritrovare la strumentazione intatta dopo l’esplosione di un razzo orbitale alto 42 metri e pesante 240 tonnellate che sembrava aver mandato in fumo il lavoro di anni. E, ancora più incredibile, è stata una sarta ferrarese a salvare il pletismografo, ricucendo a mano la valigetta che lo conteneva. Una piccola storia nella storia raccontata in un cortometraggio realizzato dallo stesso Zamboni e proiettato durante la serata. Il professore ha poi risposto alle curiosità dei soci del Panathlon Club di Ferrara che si ritroveranno il 20 novembre per eleggere gli organi statutari.
IL CORTOMETRAGGIO REALIZZATO DA ZAMBONI
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