Cento. Uno striscione per la liberazione dalla dittatura – di Piero Lodi, è il messaggio sottinteso – a pochi metri dalle manifestazioni ufficiale del 25 aprile in piazza Guercino. Si è svolta così la festa della liberazione a Cento, con i ragazzi di Obiettivo Cento, fuoriusciti di recente da Fratelli d’Italia, che per il secondo anno consecutivo hanno deciso di usare la stessa forma per contestare l’amministrazione.
“Contro ogni dittatore passato e presente liberazione”, recitava il lenzuolo appeso a un cancello nel piazzale della Rocca. “Contro” e le lettere P e L evidenziate in rosso, a differenza del resto del testo scritto in nero. Georges Savignac – portavoce del gruppo composto da Mattia Bretta, Paola Tassinari, Federico Govoni e Giovanni Tassinari – ci scherza su: “Avevamo finito l’inchiostro, se poi qualcuno ci vede qualche altra interpretazione…”. Poi si lancia in invettive contro la gestione del comune: “Questa è una festa monopolizzata dalla sinistra ma noi vogliamo esserci. Combattiamo contro i dittatori di oggi, che ce ne sono di conosciuti come in Corea del Nord e ci sono quelli che non sembrano dittatori ma applicano una politica in cui non viene ascoltato nessuno e fanno quello che gli pare, di cui i risultati a Cento li vediamo tutti i giorni, dalle Pascoli non toccate o alle promesse sul carnevale in centro storico l’anno prossimo per il quale le tempistiche sembrano molto fantasiose, considerando poi che anche le scuole di XII Morelli sarebbero dovute essere pronte già quest’anno”.
Allo stesso tempo il diretto interessato, dopo aver posto una corona di fiori sotto la lapide ai caduti, dal palco posto sotto la residenza municipale lesionata dal sisma ricorda come siano passati “settant’anni esatti da quando abbiamo ritrovato il riscatto nazionale, grazie all’orgoglio, al senso dell’onore ed al coraggio di quei militari che hanno saputo schierarsi dalla parte della nuova Italia e ai tanti che, a rischio della vita, hanno intrapreso la lotta partigiana”, ricordando poi le figure di Guido Vancini e Olinda Tamburini, scomparsi entrambi negli ultimi mesi.
Dopo il discorso, che spazia dalle mafie all’immigrazione e all’accoglienza, passando ovviamente dalla libertà “non scontata”, il sindaco di Cento Piero Lodi torna, a margine, sullo striscione. “Non dico niente – sono le sue parole -, oggi c’era una piazza piena di gente seria che festeggiava una festa vera. Chi ha bisogno di speculare selle feste degli altri…”.
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