Cronaca
18 Aprile 2015
In carcere un 25enne ferrarese che cercava di guadagnarsi amicizia e rispetto attraverso le minacce

Semina il terrore tra gli adolescenti, arrestato stalker seriale

di Ruggero Veronese | 4 min

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Il dirigente della squadra mobile Andrea Cruccianelli

Il dirigente della squadra mobile Andrea Crucianelli

Prepotenza, bisogno di imporre la propria volontà sui più deboli o forse semplicemente molta solitudine. Difficile capire cosa passasse per la testa di P.D., 25enne ferrarese da ieri nel carcere di via Arginone a causa dei sempre più numerosi e incontrollabili episodi di stalking che lo hanno visto protagonista, con cui aveva letteralmente terrorizzato e reso la vita impossibile a numerosi adolescenti ferraresi. “Una misura quasi obbligata”, secondo gli agenti della squadra mobile della polizia di Stato che hanno curato le indagini, visto che “quando si mette in carcere un ragazzo di 25 anni, significa che la situazione non poteva essere risolta diversamente”. Il giovane infatti è ormai uno ‘stalker seriale’ da almeno sette anni: da quando a soli 18 anni, nel 2008, cominciò la lunga trafila giudiziaria che lo ha portato già a quattro ammonimenti del questore, quattro condanne passate in giudicato e altri due rinvii a giudizio per procedimenti tuttora in corso. E anche durante l’affidamento in prova ai servizi sociali dal 2010 al 2012 continuò imperterrito a seminare terrore tra gli adolescenti ferraresi.

Gli atteggiamenti di P.D. potrebbero essere classificati sotto la voce ‘bullismo’, portato però a conseguenze quasi estreme. Il 25enne infatti cercava l’amicizia di ragazzini molto più giovani (nei casi che vedremo attorno ai 15 – 16 anni) e una volta instaurati i contatti cercava in tutti i modi di far terra bruciata attorno a loro, ordinando loro chi frequentare e chi no e ricorrendo a pesanti minacce quando non si sentiva preso in sufficiente considerazione. Minacce attuate sia attraverso il più classico degli argomenti – un fisico imponente, soprattutto in rapporto ai suoi giovanissimi ‘amici’ -, sia mediante un fiume di sms e messaggi telematici provenienti anche da false identità informatiche, con cui si spacciava per alcuni sedicenti e pericolosi ‘malavitosi’.

A far finire in manette il ‘bullo’ – se così si può definire – sono state le denunce di due delle sue ultime vittime, perseguitate dall’estate scorsa fino al marzo di quest’anno: un ferrarese di 15 anni e un 16enne copparese. Quest’ultimo conobbe P.D. in piazza Arisotea e il giorno dopo accettò la sua richiesta di amicizia su Facebook, ma dopo pochi giorni si accorse che il 25enne lo ‘tampinava’ con messaggi sempre più frequenti e che le sue domande assomigliavano sempre più a ordini e comandi. Decise quindi di tagliare i ponti, ma pochi giorni dopo cominciò a vedersi recapitare strani e minacciosi messaggi da persone sconosciute, che si scoprirà poi essere le false identità di P.D.. Messaggi in cui i vari “Rocky Pilastro” o “Francesco Santagata” si presentavano come criminali dichiarati, che avrebbero voluto fargli del male ma che erano stati fermati in tempo proprio dal 25enne, intervenuto in difesa del giovane amico.

Tecniche abbastanza inverosimili per accalappiarsi la riconoscenza e il rispetto degli adolescenti, ma che erano solo uno dei sintomi di quanto stava accadendo. Pur non mettendo in pratica le minacce, P.D. rendeva infatti la vita impossibile agli adolescenti che finivano tra i suoi bersagli e finiva per minacciare anche i loro amici, cercando di seminare zizzania (e in un’occasione addirittura prendendo a schiaffi un ragazzino dopo averlo costretto a inginocchiarsi), o usandoli come ‘intermediari’ per le sue minacce. Secondo la squadra mobile sarebbero almeno una decina le vittime del giovane stalker, ma la speranza è che anche altri giovani o le loro famiglie, una volta letto della vicenda sui quotidiani locali, possano farsi avanti e denunciare quanto avvenuto. L’indagine intanto mira a far luce anche sull’identità di alcuni ‘fiancheggiatori’ del 25enne, che gli hanno dato manforte nelle minacce e che in alcune situazioni hanno agito come intermediari per intimidire i ragazzini. E il sospetto che le azioni di P.D. potessero portare anche ad esiti ben più gravi di ‘semplici’ intimidazioni deriva anche quanto avvenuto al 16enne ferrarese da cui è partita una delle segnalazioni, la cui famiglia – di origini ebraiche – nei mesi scorsi ha denunciato diversi atti vandalici sul portone della propria abitazione: prima il campanello preso a martellate, poi un piccolo incendio innescato tramite liquidi infiammabili, e infine addirittura una svastica di vernice pitturata nottetempo sulla soglia. In questo caso occorre sottolineare che la denuncia è contro ignoti, ma la polizia non esclude possibili collegamenti.

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