
Il Teatro Nuovo al termine della gestione di Giovanni Fava
Non finiscono mai i guai per l’ex gestore del Teatro Nuovo, Giovanni Fava, in seguito alla sua turbolenta cessazione dell’attività all’inizio del 2012. Dopo essere stato condannato nel febbraio scorso per l’appropriazione indebita di 24mila euro che spettavano all’attuale gestione (relativi agli incassi di due spettacoli), il tribunale ha inflitto altri due anni di pena all’imprenditore, ritenuto colpevole della bancarotta fraudolenta della società Garibaldi Srl, attraverso cui amministrava il teatro. Una sentenza che arriva quasi in contemporanea con l’attesa ripresa degli spettacoli da parte della nuova gestione, presentata proprio ieri dopo le prime anticipazioni di estense.com.
Il processo, in cui Fava ha scelto il rito abbreviato, era incentrato sulle irregolarità nella documentazione contabile tenuta da Fava, da cui secondo la procura era stata occultata una serie di dati in modo da ‘ingannare’ i creditori riguardo la solvibilità dei debiti di Fava. L’ipotesi di bancarotta documentale è stata confermata in giudizio, nonostante l’opposizione dell’avvocato Rambaldi, difensore di Fava, che già preannuncia ricorso in appello.
“Ricorreremo al secondo grado di giudizio – spiega Rambaldi – per dimostrare che non si trattò di un occultamento, ma semplicemente di una gestione problematica a partire dal 2007, quando la società non aveva più risorse economiche e non poté più avvalersi di professionisti contabili. Andremo in appello perché nel corso del processo non è emersa alcuna prova di un’intenzione dolosa da parte di Fava nella sottrazione di scritture contabili, ma solo di una cattiva gestione causata dai problemi economici”.
Fava è coinvolto anche in un altro processo che lo vede imputato per danneggiamento dello stesso Teatro Nuovo e che riprenderà il prossimo giugno. Nel frattempo la nuova gestione della sala ferrarese si prepara all’inaugurazione (prevista il 26 aprile) dopo i lunghi lavori di restauro e messa a norma. Sperando che finalmente, dopo l’attesa riapertura, si possa discutere più di spettacoli che di processi.