Eventi e cultura
20 Marzo 2015
terza edizione dell'esposizione multisensoriale al museo di Storia Naturale

“Anthropos”, mostra e incontri sulle origini dell’uomo

di Redazione | 4 min

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origini uomo 1E’ stata presentata ieri mattina, giovedì 19 marzo, nella sede di via De Pisis 24 la terza edizione della mostra multisensoriale “Anthropos. Alle origini dell’uomo”, che sarà allestita dal 24 marzo al 3 maggio al Museo di Storia Naturale di Ferrara. All’incontro con i giornalisti sono intervenuti il vicesindaco e assessore alla Cultura Massimo Maisto, il direttore del Museo Civico di Storia Naturale Stefano Mazzotti, i docenti dell’Università di Ferrara Carlo Peretto (Antropologia, coordinatore Dottorato Internazionale in Quaternario e Preistoria) e Ursula Thun Hohenstein (Archeozoologia, presidente Sistema Museale di Ateneo Unife).

Il riallestimento della mostra multisensoriale “Anthropos. Alle origini dell’uomo” è organizzata dal Museo Civico di Storia Naturale in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici Sezione di Scienze Preistoriche e Antropologiche e il Museo di Paleontologia e Preistoria del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Ferrara.

Nel corso della conferenza stampa è stato illustrato il percorso “hands-on” della terza edizione della mostra. Particolarmente efficace sul piano percettivo, l’impianto espositivo della mostra permetterà di ripercorrere in modo scientifico accessibile a tutti le tappe fondamentali del cammino evolutivo dell’uomo, dagli Australopiteci all’Homo sapiens del Neolitico, secondo i principi alla base della teoria evoluzionistica: toccando con le proprie mani conformazione e capacità cranica dei diversi ominidi, per cogliere i segni eloquenti dell’evoluzione fisica dell’uomo; manipolando i corredi strumentali litici propri delle diverse età dell’uomo, seguendone con le dita la precisione della lavorazione, la levigatezza conquistata con paziente lavoro, sperimentandone la funzionalità, per meglio comprendere le molte informazioni connesse.

Il percorso multisensoriale permetterà anche di rivivere l’emozione di quella che è stata una fondamentale conquista dell’uomo “il fuoco”, mettendosi alla prova con pietra focaia e archetto. E di confrontarsi fisicamente con la progenitrice del genere Homo, Lucy, il cui modello a dimensioni reali, ricostruito in base allo scheletro fossile di Australopiteco afarensis rinvenuto nel 1973 nella Rift Valley (Etiopia) da Donald Johanson, è stato prestato dal Museo di Paleontologia e Preistoria “P.Leonardi” del Sistema Museale della nostra Università.

Filo narrativo della mostra sarà il dettagliato apparato grafico scientifico che, oltre a svelare i volti dei progenitori dell’uomo tratteggiati secondo le più recenti ricostruzioni, focalizzerà, alla luce dei più accreditati studi, le tappe e le conquiste che caratterizzano i passaggi evolutivi dell’uomo, soffermandosi sia sul lato anatomico che su quello culturale, approfondendo nel mentre i temi dello sviluppo del cervello e della nascita del linguaggio.

Per interagire con i prototipi ordinati lungo il percorso aperto, approfondire le tematiche connesse e soddisfare mille curiosità, l’esperienza del percorso tattile sarà necessariamente guidata dagli operatori specializzati dell’Associazione Didò. L’esperienza del percorso tattile guidato è fruibile e apprezzabile anche dalle persone ipo e non vedenti. In collegamento con la mostra, sono previsti pacchetti didattici per le scuole e laboratori per le famiglie.

origini uomo 2Per tutto il pubblico si terranno interessanti conferenze di noti studiosi che aggiorneranno sugli studi e le ricerche in materia. Il 9 aprile alle ore 21 alla Sala Estense sono previsti due incontri: il primo con Telmo Pievani, dell’Università di Padova, che affronterà il tema ” L’evoluzione dell’intelligenza umana: una o molteplici?” – scoperte recenti relative all’intelligenza simbolica (arte rupestre sapiens a Sulawesi; possibili oggetti simbolici già in Homo erectus a Giava; comportamenti simbolici in Neandertal) nel contesto della pluralità di specie recenti nel genere Homo -; il secondo con Guido Barbujani, dell’Università di Ferrara, che parlerà del “Perhé non possiamo non dirci africani”. Siamo tutti diversi, ma secoli di tentativi (più o meno seri) di classificazione razziale umana si sono conclusi con un fiasco. I moderni studi sul genoma ci hanno permesso di capire perché: nell’uomo non si trovano le nette differenze geografiche comuni in altre specie (per esempio, nello scimpanzè). Ogni popolazione è in qualche modo diversa da ogni altra popolazione, ma ciascuna contiene, in media, quasi il 90% della diversità dell’intera specie, cosicché le differenze sono in realtà sfumature in una variabilità continua, al cui interno è arbitrario tracciare linee di separazione. Comprendere la diversità umana è fondamentale, non solo per la ricerca clinica e farmacologica, ma per ricostruire la nostra storia remota, dall’uscita dall’Africa di un piccolo gruppo di cacciatori ai processi di espansione, isolamento e contatto che hanno dato forma alle nostre differenze.

Il 14 aprile alle ore 21 al Museo di Storia Naturale sarà Marco Peresani, dell’Università di Ferrara ad esporre ciò che sta “Alle origini della comunicazione simbolica in Europa. Una capacità esclusiva di Homo Sapiens?”. A rafforzare l’opinione di quanti pensano che gli ominidi precedenti a Homo sapiens avessero comportamenti astratti e utilizzassero elementi simbolici per comunicare, sono varie scoperte archeologiche, talora di unicità straordinaria, emerse in seguito a scavi o al riesame di varie classi di reperti. Largamente attestata è la sepoltura dei propri defunti, ma l’utilizzo di terre coloranti, di artigli di aquila, l’estrazione di lunghe piume remiganti dalle ali di avvoltoi e di altri uccelli, l’impiego di conchiglie, di pietre incise e di ossa lavorate rivestono ancora un carattere di eccezionalità. Sulla spinta di un forte impulso, questo scenario ora si sta rapidamente arricchendo di nuovi tasselli che contribuiscono a modificare l’immagine di “bruti” che per oltre cento anni ha ingiustamente accompagnato, nella letteratura scientifica e non solo, questo nostri stretti parenti e in particolare l’Uomo di Neandertal.

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