Cronaca
6 Marzo 2015
La trasmissione di Rai 3 si occupa della morte di Denis, tra pochi giorni il giudice deciderà sulla richiesta di archiviazione

Il caso Bergamini su “Chi l’ha visto?”

di Redazione | 3 min

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bergaminiPuntata dedicata anche alla morte di Denis Bergamini, quella di ‘Chi l’ha visto?’ andata in onda mercoledì a pochi giorni dalla decisione del tribunale di Castrovillari in merito all’archiviazione o meno della nuova inchiesta sul caso.

Ospiti la sorella del calciatore argentano del Cosenza, deceduto in circostanze mai veramente chiarite sulla Statale Jonica nel 1989, e l’avvocato Fabio Anselmo. Donata Bergamini rilascia dichiarazioni che ancora una volta contraddicono l’ex fidanzata dell’epoca Isabella Internò e la versione ufficiale su quello che finora la verità giudiziaria sostiene essere un suicidio.

“Mio fratello aveva appena cominciato una storia con una donna con la quale si erano frequentati da ragazzini ed era convinto di volerla sposare”, ha spiegato Donata Bergamini ai microfoni del programma di Rai 3, smentendo la versione ufficiale secondo cui il calciatore si sarebbe buttato sotto un camion dopo il rifiuto, da parte della Internò, di scappare fuori dall’Italia con lui. “Credo che all’interno dello spogliatoio lo sapessero tutti, anche perché il giorno del suo compleanno avrebbe voluto portarla con lui a Cosenza”, ha continuato la sorella di Denis, rivelando poi anche che circa un mese prima della sua morte “Denis mi disse che se la ritrovava ovunque, ‘era peggio dell’attack’”.

Sempre un mese prima della morte di Bergamini poi, secondo la sorella di Denis, i genitori di Isabella Internò avrebbero scoperto dell’aborto, avvenuto circa due anni prima e tenuto nascosto alla famiglia, praticato a Londra poiché effettuato al quinto mese di gravidanza. “L’unica a sapere di questa storia era una sua zia di Torino con la quale ho chiesto di parlare”, ha spiegato Donata Bergamini, “ho espresso il mio disappunto perché si trattava di un bambino già formato e ho spiegato che Denis era disponibile a riconoscerlo, ma mi hanno risposto che ‘Denis non era disponibile a sposare Isabella, qui siamo al sud, c’è una questione di onore, è meglio così’”.

All’interno del servizio poi, viene sentito anche il legale della famiglia, Fabio Anselmo, che come la famiglia non crede all’ipotesi del suicidio e tira fuori le carte depositate dai medici legali nel corso degli anni “tutti della stessa parte, consulenti del pubblico ministero” i quali “dicono tutti che l’ipotesi del suicidio non sta in piedi”. A cominciare dal Ris, per proseguire con le varie autopsie effettuate sul corpo del calciatore “mancano le lesioni tipiche dell’investimento con abbattimento e le tracce sui vestiti e le scie di sangue negano il trascinamento”.

“Io faccio questo lavoro da tanti anni e di omicidi ne ho visti parecchi, un quadro probatorio come questo con degli imputati identificati avrebbe portato normalmente non solo a una richiesta di rinvio a giudizio ma anche ad una condanna”, è la conclusione del legale, che poi chiede di effettuare nuovi esami sul corpo di Denis, previa riesumazione, “che tramite una tac potrebbero stabilire con certezza se fosse già morto al momento dell’investimento”.

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