Cronaca
6 Ottobre 2014
Il fenomeno in crescita in tutta Italia: una minaccia ogni 29 ore

L’Emilia settima regione per minacce ad amministratori

di Redazione | 3 min

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IMG_20141005_101757_hdrL’Emilia la settima regione in Italia per numero di casi di minacce ad amministratori locali, con tre casi a Ferrara. Un fenomeno in aumento, che in tre anni, dal 2010 al 2013, ha visto una crescita del 66%. È questo quello che si evince dal rapporto del 2013 sulle minacce agli amministratori presentato questa mattina nella sala dell’Arengo da Pierpaolo Romani, presidente di Avviso Pubblico — associazione che ha redatto questo report —, Chiara Sapigni, referente per la provincia di Ferrara dell’associazione e assessore del Comune estense e dal sindaco di Jolanda di Savoia Elisa Trombin, la quale ha portato la sua testimonianza delle minacce subite lo scorso anno.

A Ferrara i tre casi conteggiati da Avviso Pubblico riguardano, oltre a quello della Trombin — minacciata di essere sfregiata con l’acido lo scorso anno —, l’invio di una lettera contente una polvere sospetta, poi rivelatasi inoffensiva, agli uffici della Provincia e l’aggressione verbale nei confronti di un dirigente del Comune di Comacchio.

“Nel 2010 avevamo riscontrato 212 casi, nel 2013 351, uno ogni 29 ore”, spiega Pierpaolo Romani, “sicuramente saremo stati più bravi noi a verificare il fenomeno, ma questa è solo una piccola parte di quanto succede realmente: le nostre fonti sono i giornali, le agenzie di stampa e i collaboratori sul territorio, ma molti minacciati, soprattutto al sud, decidono di non denunciare per paura e magari di rimettere l’incarico accampando scuse di tipo familiare”.

Il fenomeno però riguarda tutto il territorio nazionale: 18 regioni, 67 province e 200 comuni. Il 77% delle minacce sono dirette, rivolte contro gli amministratori, il restante 23% si rivale invece su mezzi e strutture delle amministrazioni coinvolte o, in alcuni casi, direttamente contro i parenti degli amministratori. Dei minacciati il 71% sono amministratori, il 17% fa parte del personale della pubblica amministrazione, il 5% sono ex amministratori, il 4% riguarda esponenti politici e il 3% addirittura i candidati.

Di questi casi la maggior parte delle intimidazioni si verifica con incendi di auto (il 24%) — “che desta enorme allarme sociale per via delle sirene, il turbamento notturno e la vicinanza all’abitazione e la presenza del vicinato e dei familiari della vittima”, dice Romani —, il 13% sono lettere minatorie, il 12% sono lettere minatorie con l’aggiunta di proiettili all’interno della busta e, andando verso il basso della classifica si trovano gli eventi più inquietanti: al 5% dei minacciati hanno dato fuoco alla casa, l’uso di esplosivi nei modi più assortiti arriva al 4% del fenomeno, a pari merito con gli spari alle case e alle auto fino al 3% riguardante le aggressioni fisiche.

I dati geografici delle intimidazioni mostrano che l’80.1% dei casi avviene tra il sud e le isole, ma il fenomeno cresce e riguarda comunque tutta Italia: il centro raccoglie l’8.3% delle segnalazioni, il nordest il 6%, il nordovest il 5.6%.

A concludere la presentazione è la storia di Elisa Trombin, che dice convinta di aver voluto denunciare: “Di tutto questo io sono un piccolo tassello, da sindaco mi piace il rapporto con i cittadini ma a volte si è esposti a cittadini che non sono così benevoli. Ho percepito subito quello che è successo come una violenza e ho deciso di denunciare, e volevo dire proprio questo a tutte le persone esposte a questo problema: abbiate la forza di denunciare”.

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