Cento
24 Settembre 2014
Isoke Aikpitanyi ha fondato l'associazione "Le ragazze di Benin City"

Il premio Daniele Po a una ‘ex schiava’

di Redazione | 2 min

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unnamedCento. È stata presentata alla Casa Pannini di Cento l’ottava edizione del premio internazionale Daniele Po che verrà consegnato a Isoke Aikpitanyi alle 10.30 di sabato 11 ottobre nella cappella Farnese di Palazzo d’Accursio a Bologna.

Il premio Daniele Po, che quest’anno ha ottenuto il patrocinio anche del Parlamento Europeo e del Senato della Repubblica, è un riconoscimento istituito da Nedda e Fortunato Po alla memoria del figlio che viene assegnato dal 2007 alle donne che, a prezzi altissimi e senza altre forme di notorietà, si distinguono nella difesa dei diritti umani.

Dopo il saluto di Giuliano Monari, presidente del circolo della stampa di Cento, dell’assessore ai servizi alla persona e del vicesindaco di Cento Mario Pedaci – secondo cui “la manifestazione è un grande motivo d’orgoglio per la città” -, a raccontare i perché dell’organizzazione di questo premio è proprio Nedda Po.

“Questo premio è nato per onorare la memoria di mio figlio, certo, ma c’è anche un’altra ragione – spiega -. Daniele era disabile e ha lottato dodici anni con una terapia massacrante per avere una vita normale e dignitosa. Era un guerriero, e pensando a lui ho deciso di premiare queste donne che combattono perché è importante alimentare in loro la speranza e far sapere che il mondo sa e non rimane a guardare. Voglio lavorare sulla sensibilizzazione richiamando l’attenzione dei distratti”.

Dopo una carrellata sulle vincitrici dei premi precedenti Nedda Po punta tutto sui giovani, secondo lei oggetto di una crisi di valori ma curiosi e interessati. “Non tollero la retorica sui giovani – è il suo commento – che li vuole tutti aspiranti tronisti; io ogni volta che vado nelle scuole li vedo partecipi. La maggior parte delle energie le spendo qui più che in giro per il mondo, e questo premio è importante non perché ci saranno le autorità ma perché si faranno vedere le cose che succedono. Auspico che alcune classi delle scuole partecipino alla cerimonia in rappresentanza di Cento, perché ciò giovani si può seminare”.

Isoke Aikpitanyi, 35 anni nativa della Nigeria, è una donna arrivata in Italia nel 2000 per lavorare che però è finita sotto le grinfie delle mafia nigeriana e italiana le quali l’hanno resa schiava. Una volta liberatasi si è dedicata alle altre nella sua precedente condizione fondando l’associazione “Le ragazze di Benin City” e scrivendo a quattro mani un libro, “La ragazza di Benin City”.

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