Eventi e cultura
20 Settembre 2014
"Principi liberali e progetti concreti" per Marcella Pacchioli, che punta sulle reti tra privati cittadini per uscire dalla crisi

Attiva Ferrara, l’associazionismo fuori dalle istituzioni

di Ruggero Veronese | 4 min

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unnamed (18)È ancora possibile migliorare la società operando al di fuori delle istituzioni? Secondo Marcella Pacchioli è probabilmente l’unico modo per riuscire a influenzare la vita pubblica senza cadere nelle trappole, negli interessi e nelle piccole rivalità degli enti politici ed economici tradizionali, consolidati ormai da decenni nel tessuto politico ed economico dell’Italia. Parte da questa considerazione l’avvocatessa ferrarese nel presentare la neonata associazione Attiva Ferrara – Cervelli in Movimento. Un’associazione che oggi conta circa 60 iscritti – in gran parte avvocati, imprenditori, medici o professionisti della comunicazione –  che si sono prefissi l’ambizioso obiettivo di “fare la propria parte per la società – come afferma la stessa Pacchioli – e fornire progetti concreti alla propria città per fronteggiare questo grave momento di crisi”.

Una crisi che secondo la presidente dell’associazione non è solo economica, “ma anche etica e politica, che ha portato un distacco dei cittadini da quello che accade attorno a loro. Abbiamo fondato Attiva Ferrara perchè riteniamo di avere il dovere morale di fare qualcosa, ma non siamo un partito politico: semplicemente riteniamo che con le nostre capacità professionali possiamo aiutare a fornire progetti per il territorio”. Un’idea di associazionismo, del cittadino che si attiva autonomamente al fianco – o contro – lo Stato, che trae le sue fondamenta da un pensiero liberale che in Italia non ha mai davvero preso piede, se non, secondo la Pacchioli, durante la breve esperienza del Partito D’Azione. Una visione sposata appieno dallo statuto dell’associazione: ” Nell’analisi di Tocqueville – conferma l’avvocatessa – si legge che il diritto portato all’esasperazione porta alla privazione dei diritti, e a far sì che il potere venga delegato sempre più a poche persone. Noi vogliamo essere l’opposto di questo: l’esigenza del Paese è di mobilitarsi in maniera non chiassosa, creativa, in modo educato e cercando di contribuire”.

Un’immagine di cittadinanza ‘attiva ed educata’ opposta, secondo l’associazione, al ben più noto caso dei ‘grillini’: “Insomma, non siamo il Movimento 5 Stelle”, sorride la Pacchioli. Ma, più che per i toni o le tecniche comunicative, soprattutto per la volontà di restare estranei alle istituzioni dello Stato: “Non abbiamo vincoli, finalità elettorali o di interesse: è questo tipo di associazioni che dovrà segnare la ‘politica pratica’ del nostro Paese”.

Per quanto riguarda i progetti messi in campo, uno dei più ambiziosi riguarda lo sviluppo di reti di collaborazione in tutto il territorio estense e anche con le provincie circostanti, ad esempio con Ravenna, candidata a Capitale Europea della Cultura 2019. “Nel nostro territorio ci sono tante iniziative, ma manca un’idea di fondo e un progetto capace di dare sviluppo. C’è uno scollegamento tra le ricchezze culturali e le caratteristiche naturali: ad esempio su come unire il litorale comacchiese o il parco del Delta del Po alla città. Per questo è importante creare relazioni tra i cittadini, anche sfruttando la nostra omogeneità con le Romagne. Abbiamo presentato un progetto al team operativo di Ravenna Capitale su cui puntiamo molto, e che presto renderemo pubblico a Ferrara”.

Ma tra le iniziative dell’associazione compaiono anche incontri culturali ‘mirati’, come la presentazione, martedì 23 settembre, del nuovo libro di Giorgio La Malfa, “un grande esperto di tematiche bancarie che ha avuto la possibilità di reperire documenti e prove testimoniate dell’operato di Enrico Cuccia, il grande finanziere di Mediobanca che operò nel dopoguerra, contribuendo in maaniera significativa alla nascita del nostro paese. Si parlerà del ruolo di partiti nell’ambito della finanza, delle luci e delle ombre in questo operato”.

Ma proprio a causa della costante delusione e disillusione degli italiani verso ogni forma di politica o attivismo, una domanda sorge spontanea: come ci si difende dall’accusa di opportunismo, di voler in qualche modo influenzare le istituzioni per il proprio interesse? “Occorre svegliare le coscienza – afferma la Pacchioli – attraverso un’attività capillare che può venire solo con esempi positivi, facendo vedere di essere trasparenti. Noi pensiamo che agire con basso profilo ma in modo costante e coerente possa essere un modo per riuscirci. Però è vero: è difficile risvegliare le coscienze. C’è chi si disinteressa e delega le questioni, o c’è chi è totalmente sfiduciato da ogni iniziativa. Ma la concretezza è la logica del nostro progetto, e dopo aver seminato ne raccoglieremo i frutti”.

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