Cronaca
12 Giugno 2014
Il compagno Alessandro scrive alla sua amata nell'anniversario della sua scomparsa

Il boato che portò via Martina e il bimbo che aveva in grembo

di Redazione | 3 min

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Martina Aldi

Martina Aldi

Pubblichiamo, come da richiesta dell’interessato, la toccante lettera del compagno di Martina Aldi, deceduta a causa del terremoto mentre si trovava in stato di gravidanza. Martina è morta l’11 giugno del 2012. Aveva 38 anni ed era originaria di Scortichino, ma viveva con il compagno a Finale Emilia. La donna, che era incinta, era entrata in coma dopo la scossa del 29 maggio, perdendo anche il bambino. Il primo terremoto del 20 maggio l’aveva mandata nel panico e stava cercando di riprendersi. Poi quel secondo sisma, che l’ha di nuovo sconvolta, tanto che il giorno successivo ha perso i sensi mentre si trovava nella sua casa di Finale Emilia cadendo in coma. Un coma dal quale purtroppo Martina non si è più ripresa.

Per quel decesso la procura di Ferrara aprì un’inchiesta in seguito all’esposto della famiglia che cercava di capire i motivi della tragedia. Il pm Patrizia Castaldini aprì un fascicolo per omicidio colposo e indagò  sei persone: cinque sanitari degli ospedali di Bondeno, Baggiovara e del 118, e un autista di ambulanza. Per capire se vi furono imperizie o negligenze nella vicenda, il gup Monica Bighetti dispose la perizia che è stata discussa in incidente probatorio. Secondo le conclusioni “le condotte mediche non possono essere causalmente incidenti e determinanti sull’evoluzione mortale dell’aritmia”. La causa del decesso viene ricondotta a una “insufficienza multi-organo” in una persona che a causa dell’incidente accusava l’avvenuta mancanza di ossigeno al cervello in seguito all’arresto cardiaco. “La rapida – conclude il perito – ed irreversibile evoluzione del quadro clinico non poteva essere prevedibile né poteva essere arrestata”.

“Carissimo Tesoro mio, oggi sono due anni che non ci sei più, due anni lunghissimi, sofferti, pianti. Due annitrascorsidove ancora nessuno ci ha detto il motivo vero per cui non ci sei più. Medici, istituzioni, avvocati, nessuno ha saputo spiegare il perché tu oggi non ci sei più, perché, perché..

E’ incredibile come il tempo passato non abbia saputo dare risposte. Dopo due anni nessuno riesce a spiegarci a darci informazioni sul motivo del perché dopo 11 giorni di coma a 38 anni e in gravidanza il tuo cuore si è fermato. Non mi stancherò mai di cercare la verità. Mai. Il boato tremendo che ha rotto il silenzio, il boato che ha cambiato per sempre le nostre vite, il boato che ti ha portata via. Il terremoto non ci ha risparmiato, ci ha separati per sempre.

Ti porto nel cuore ogni istante da quel maledetto giorno del 30 maggio, quando all’improvviso ti sei accasciata a terra e non ti sei più ripresa; il tuo sorriso e i tuoi bellissimi occhi vivono in me in ogni momento, e ovunque mi ritrovi ti rivedo. Tesoro, sono due anni che il tempo si è fermato e che ogni momento vissuto non è più lo stesso, la tua mancanza è immensa il tuo ricordo vive in me ogni minuto che passa. Sei stata e sarai sempre il mio donnino, pieno di luce e verità; abbiamo coltivato un sogno da quando ci siamo conosciuti e quel sogno sono sicuro lo starai vivendo lassù insieme al nostro piccolo bambino; saprai prenderti cura della nostra anima che ancor prima di aprire gli occhi gli ha chiusi all’improvviso; ti ricorderò per sempre e mai niente sarà come prima, nulla potrà tornare a come era prima.

Sei stata una donna straordinaria, piena di vita e di speranza, mai sarà cancellato il tuo ricordo. Tante persone ti piangono, tante persone ti ricordano. Ti porto nel cuore amore mio, per Sempre”.

Alessandro

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