Eventi e cultura
16 Maggio 2014
Nell’antologia “Nero per n9ve” anche il racconto della ferrarese Gaia Conventi. Presentazione al Museo la Tratta

Quando l’amore si tinge di nero

di Redazione | 3 min

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nero per noveNove storie di sangue e mistero dove la provincia italiana diviene al tempo stesso scenario e protagonista. Nove città sotto i riflettori impietosi del male, ognuna con i suoi ambigui moventi, le sue inconfessabili fobie, le sue torbide passioni. Nove penne intinte nel noir per tracciare una mappa al lato oscuro della quotidianità italiana. Nove tappe per un viaggio inquietante, nel quale ogni città, alla fine, rivelerà la sua essenza più segreta.

Nell’antologia “Nero per n9ve”, la ferrarese Gaia Conventi intesse una trama delittuosa attorno alla figura di un giovane cronista deluso in amore, sullo sfondo della chiesa di Santa Maria in Vado. Alla presentazione di venerdì 23 maggio alle ore 21, presso il Museo La Tratta di via Goito 4, a Copparo, parteciperanno l’editore e tre dei nove autori: oltre a Gaia Conventi ci saranno Gianluca Morozzi e Luca Malaguti.

“Abbiamo chiesto ad ogni autore di raccontare una storia criminale ambientata nella propria città, – spiega l’editore Delmiglio  – per constatare se, oltre ai piatti tipici e ai modi di dire, esista anche una maniera particolare di delinquere. Il risultato è una sorta di guida turistica al lato oscuro, un viaggio che ho trovato affascinante alla scoperta dell’umanità di tante località italiane”.

Tra le nove città coinvolte, come anticipato, c’è Ferrara. La storia è stata affidata a Gaia Conventi, giallista e blogger con all’attivo vari premi letterari e un romanzo ambientato nella città estense: “Giallo di zucca”. La sua narrazione, “Una questione prospettica”, si sviluppa da un innocuo fatterello di cronaca, un’anziana colta da malore, sullo sfondo della chiesa di Santa Maria in Vado. Nel tentativo di ricavare le trenta righe necessarie alla pubblicazione in cronaca, un cronista afflitto da pene d’amore si mette ad indagare interpellando bariste, avventori e barbieri, fino a giungere a una sconcertante verità. Tanto sconcertante che deciderà di non pubblicare nulla.

Emerge così uno sfondo ferrarese venato di ironia, dai toni vividi e divertenti, com’è nello stile dell’autrice.

Le altre otto storie ci raccontano in modo sempre diverso, sotto il riflettore del delitto, altrettante città, rivelandone la natura più nascosta: L’Alessandria del ‘44 di Angelo Marenzana si mostra raffinata ed elegante, Bolzano svela il suo lato algido e spietato, grazie alla penna di Peter Disertori, a Bologna è preferibile essere killer piuttosto che razzisti, evidenzia Gianluca Morozzi.

Mantova di fine Ottocento, tra paludi e fermento sociale, viene tratteggiata con grande accuratezza dal vice questore della città lombarda, Roberto Rossetti, Ravenna è schizzata a tinte pulp da Luca Malaguti, mentre Raffaele Serafini ci aiuta scoprire che Udine è come i friulani: ruvidi ma di buon cuore. Infine, due città venete: Verona scopre il suo lato onirico grazie alla penna di Gianpaolo Trevisi e la storia amara di Stefano Visonà ci conduce a Vicenza, specchio del Nordest, tra capannoni e studi di avvocati.

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