Sono state circa una cinquantina le persone che hanno presenziato al centro sociale l’Acquedotto in occasione dell’incontro con la costituzionalista Lorenza Carlassare, organizzato a seguito del lancio dell’appello di Gentedisinistra, Alternativa e Libertà e Giustizia ai parlamentari ferraresi per fermare l’Italicum, la proposta riforma di legge elettorale mediata tra di Renzi e Berlusconi ora al vaglio del parlamento che dovrebbe sostituire il Porcellum, definito dagli organizzatori come “un tentativo di stravolgimento della Costituzione che imporrebbe un sistema elettorale non rappresentativo” e in definitiva “antidemocratico”.
“Abbiamo una visione molto critica nei confronti della proposta riforma della legge elettorale. In passato abbiamo già assistito a dei tentativi di stravolgimento della Costituzione, ma adesso è in corso un tentativo di imporre un pensiero unico a seguito dell’accordo del Nazareno e questo produce difficoltà, anche se ci sono segnali di pensiero critico che stanno venendo fuori”, ha attaccato in prima battuta Edoardo Nannetti di Gentedisinistra introducendo Carlassare, per anni docente a Giurisprudenza, nell’Università di Ferrara, che comincia scherzando: “Non credevo comunque che avessimo il potere straordinario di bloccare le riforme per trent’anni, mi sono divertita molto a sentirlo”.
“Ho l’impressione che i valori fondanti della Costituzione siano sotto attacco – dichiara la Carlassare – per arrivare al risultato che a molti piacerebbe, ovvero cambiare il modello di società relativamente omogeneo che la Costituzione voleva organizzare rimuovendo le disuguaglianze e che non si è mai realizzato perché per molti anni la Carta è rimasta inapplicata, come con le Regioni la cui legge fondante è del ’70 mentre la Costituzione è entrata in vigore nel ’48”.
La costituzionalista passa poi all’analisi della riforma elettorale: “Questa legge elettorale è facile criticarla perché come base abbiamo la sentenza numero uno del 2014 che ha dichiarato illegittimo il ‘P’ – dice riferendosi al Porcellum con l’iniziale perché “non mi piace quella parola”-. Le ragioni della democrazia hanno spinto i giudici ad agire, ma pare che questa sensazione non sia stata recepita fino in fondo però, perché l’Italicum presenta vizi molto simili”.
Entrando più nel merito delle questioni sollevate sull’Italicum e sulla base delle recenti sentenze della Corte Costituzionale e della Cassazione, Carlassare usa alcuni esempi per elencare le criticità: “Questa riforma ci proponeva inizialmente un premio di maggioranza molto elevato alla coalizione che avesse raggiunto il 35%, ora innalzato al 37”. La Corte però aveva fatto un ragionamento sull’eguaglianza del voto in uscita, “perché di fronte al 35% resta il 65%, che col premio conterà meno degli altri, e per questo il Porcellum è stato dichiarato illegittimo”. La Corte poi aveva menzionato anche il valore della stabilità governativa, che “può esserci ma è legittimo solo fintantoché ci sia una proporzione tra i sacrifici di due diritti contrastanti, e quindi non può essere un valore fondante di una legge elettorale”. Ancora più gravi sono le soglie di sbarramento per l’accesso al parlamento, per il quale un partito non coalizzato deve raggiungere l’8%, e ciò non avviene mai. “Questo significa mettere in silenzio i partiti più piccoli e togliere di mezzo le opinioni dissenzienti. Non solo ciò è eccessivo e non proporzionato, ma non ha neanche senso, visto che le crisi di governo di solito sono causate dai coalizzati, che magari sono quattro gatti ma dicono io voglio il ministero, e sono loro che possono mettere in gioco la stabilità”.
Carlassare conclude poi tranchant, dicendo che “credo che questa legge così come sia adesso non reggerebbe a un giudizio di costituzionalità”, ma spiegando anche di non essere troppo pessimista a conti fatti: “Penso che sia necessario parlare perché i cittadini devono esprimere la loro opinione e i giuristi anche. C’è qualcuno che fa non dico il servo ma il giustificatore del potere, ma non tutti, e io credo che la nostra funzione sia quella di essere una spina nel fianco”.
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