Cento
20 Aprile 2014
Il M5S chiede di fare piena luce sul trasferimento degli uffici comunali

Palazzo Piombini in parlamento e Corte dei Conti

di Redazione | 2 min

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unnamedCento. Il “Gruppo promotore per la ricostituzione del Movimento 5 Stelle” a Cento chiede che sia fatta piena luce sulla vicenda del trasferimento di una serie di uffici comunali in locali – di un privato – che erano stati ristrutturati per essere usati come civili abitazioni.

“La giunta comunale centese – spiega Nelson Zagni, promotore del gruppo – ha messo a carico dei cittadini centesi le spese di modifica di quegli appartamenti per l’utilizzo come uffici, ed a fine contratto i centesi dovranno pagare per ritrasformare quegli “uffici” in appartamenti. Tutto ciò quando nel centro storico di Cento ci sono decine e decine di locali vuoti situati al piano terra, molti dei quali che potrebbero essere utilizzati come uffici senza alcuna spesa perché hanno già l’agibilità come uffici”.

C’è poi il problema già sollevato dal presidente della Consulta di Cento e Penzale Bernardi: hanno quei locali – si chiede il gruppo -, nei quali adesso lavorano decine e decine di dipendenti comunali, i requisiti igienico sanitari e di sicurezza richiesti dalle vigenti leggi in materia? I competenti uffici dell’Ausl ed i Vigili del fuoco hanno rilasciato le dovute attestazioni di conformità igienico sanitarie e di sicurezza antincendio per quei locali?

“Possibile – si domanda Zagni – che la giunta comunale di Cento possa far lavorare dei dipendenti in locali per i quali non sono stati effettuati tutti i necessari controlli ed ottenute le relative certificazioni di agibilità?”.

Gli ‘aspitanti grillini’ considerano poi la problematica relativa a quello che definiscono l’“affare Palazzo Piombini”: “riteniamo di essere in presenza di un iceberg di cui il problema “sicurezza” sia solo la punta che emerge, ma cosa ci sta sotto? la lettura dei documenti ufficiali della giunta comunale fa sorgere più dubbi che dare risposte”.

Secondo quei documenti “non sarebbe stata fatta nessuna “indagine di mercato” per capire se e quali proposte erano possibili in alternativa a Palazzo Piombini; non è stato reso pubblico quanto sono costate le opere di “trasformazione” di quegli appartamenti in “uffici” (si fa per dire) e quanto costerà il riportarli ad appartamenti a fine contratto”.

Il ricostituendo Movimento 5 Stelle di Cento assicura che cercherà di fare “piena e completa chiarezza su una vicenda che da oggi chiameremo l’“affare Palazzo Piombini”” e anticipa che porterà la vicenda all’attenzione dei parlamentari e consiglieri regionali Cinque Stelle e della Corte dei Conti e Procura della Repubblica. “I cittadini – conclude Zagni – hanno il pieno diritto di sapere come stanno le cose e come vengono spesi i loro soldi”.

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