I libri finalisti del Premio Letteratura Ragazzi di Cento
Arrivano puntuali come ogni anno, dopo le festività di tutti i Santi, le terzine finaliste della 47ª edizione del Premio Letteratura Ragazzi di Cento
Arrivano puntuali come ogni anno, dopo le festività di tutti i Santi, le terzine finaliste della 47ª edizione del Premio Letteratura Ragazzi di Cento
Si è schiantato sui prati di Palmirano, a poche centinaia di metri dall'ospedale di Cona, un ultraleggero guidato da un uomo di 66 anni. La chiamata ai vigili del fuoco e alla Polizia di Stato è arrivata intorno alle 11.45. A dare l'allarme sono stati alcuni automobilisti di passaggio
Fondamentale per la sentenza è stato il riconoscimento dell'assenza di "problematiche relative alla meritevolezza". La libera professionista non aveva infatti contratto debiti in modo irresponsabile, ma era stata travolta da eventi esterni ritenuti a lei non imputabili
In una situazione umanitaria per cui a livello globale sono 120 milioni le persone costrette alla fuga (dall’ultimo report dell’Agenzia Onu per i rifugiati), l’8 novembre a Ferrara si è ripartiti dalla realtà locale per tratteggiare un quadro delle tutele previste per i minori stranieri non accompagnati
"Quando il gioco si fa duro, le mafie iniziano a giocare e a vincere". A Ferrara nel 2024 si sono spesi nel gioco d'azzardo quasi 235 milioni di euro (234.931.901,71), una cifra che se divisa per abitante, comprendendo i bambini, ammonta a 1806 euro. In entrambi i casi si tratta della cifra più bassa in regione
Cento. Non ci fu nesso di causalità tra l’operato dell’infermiera e la morte del neonato appena dimesso dall’ospedale Santissima Annunziata di Cento. Sono queste le conclusioni della dottoressa Gaudio, consulente della procura nel processo che vede una triagista del nosocomio centese imputata per l’omicidio colposo di un bambino deceduto a causa di una grave e improvvisa meningite a pochi giorni dalla nascita.
La drammatica storia comincia nell’ottobre del 2009, dopo la nascita del figlio di una giovane coppia di origine bengalese. I due si ripresentano però due giorni dopo all’ospedale Santissima Annunziata, preoccupati per la febbre alta che aveva colpita il bambino. A dare le prime indicazioni nella zona di accoglienza del nosocomio c’è l’infermiera triagista – ora imputata nel processo -, che li indirizza nel reparto di ostetricia da cui la madre era stata dimessa pochi giorni prima. Un’azione che, secondo la procura, avrebbe causato il ritardo che fatale per il bambino: dopo un primo controllo, i medici del reparto suggeriscono ai genitori del bambino di recarsi all’ospedale Bentivoglio di Bologna, dove è presente un pronto soccorso pediatrico. Ma una volta sul posto per il piccolo è già troppo tardi: la meningite che li viene diagnosticata lo ucciderà il giorno dopo.
La difesa dell’imputata, sostenuta dall’avvocato Gianni Ricciuti, ha sempre respinto in toto ogni accusa. Secondo la linea difensiva, le indicazioni della triagista avrebbero fatto addirittura guadagnare tempo alla coppia, anche se purtroppo non servì a salvare la giovane vita. Infatti se la coppia fosse stata mandata in un pronto soccorso senza reparto pediatrico – sostiene Ricciuti -, i medici l’avrebbe comunque indirizzata, ma con tempi maggiori, all’ospedale Bentivoglio. Una versione che durante l’ultima udienza è stata avvalorata non solo dai testimoni della difesa (medici e dipendenti del Santissima Annunziata, che hanno confermato la prassi di indirizzare i neonati al reparto ostetrico) ma anche dalla consulente della procura, che basandosi sulle cartelle cliniche dei due ospedali ha dichiarato che non c’è modo di provare che il neonato, con indicazioni diverse da parte dell’infermiera, sarebbe potuto sopravvivere. Il processo continuerà con l’esame dell’imputata e degli ultimi testimoni, per poi arrivare alla sentenza conclusiva.
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