Italia Viva. Assemblea degli iscritti con Marattin a Factory Grisù
Domani venerdì 3 maggio alle 18 presso Factory Grisù, Luigi Marattin incontrerà i cittadini per un aperitivo di confronto sui temi cari alla cittadinanza
Domani venerdì 3 maggio alle 18 presso Factory Grisù, Luigi Marattin incontrerà i cittadini per un aperitivo di confronto sui temi cari alla cittadinanza
In un'occasione, davanti agli occhi del figlio minore, l'avrebbe aggredita con spinte e calci, provocandole ferite al volto e lividi alle gambe, mentre in un'altra circostanza avrebbe provato a sferrarle un calcio allo sterno, che fortunatamente lei riuscì a evitare
Lì dentro mangiava, dormiva e passava gran parte del tempo. Fino ad oggi pomeriggio (mercoledì 1° maggio) quando qualcuno dalle roulotte che sostano in zona Rivana, lo ha visto accasciato a terra a due passi dalla sua minuscola casa
Si era in piena pandemia. In quei giorni gli ospedali italiani lanciavano un grido di aiuto. Anche l'azienda ospedaliera di Ferrara aprì una linea veloce per le donazioni per consentire a tutti i cittadini di donare ciò che potevano. Il giorno successivo anche Alan Fabbri lanciò un appello, ma....
Due donne di 33 e 46 anni e un uomo di 42 anni, vicini all'area anarchico insurrezionalista, animalista e ai movimenti No Tav, sono finiti a processo in tribunale a Ferrara con l'accusa di aver portato, senza giustificazione, fuori dalla loro abitazione, due bastoni di legno, ritrovati dai carabinieri nel baule della loro automobile davanti alla fermata dell'autobus vicina al carcere di via Arginone
Un Progetto di legge regionale per imporre il divieto di allevamento di animali per la produzione di pellicce risulta fermo dalla fine del 2013, ma il consigliere Mauro Malaguti (FdI) ne ha sollecitato i lavori in aula nel corso di una conferenza stampa con un esponente nazionale della Lav, Simone Pavesi, che ha presentato una petizione popolare di raccolta firme proposta da 18 associazioni animaliste e ambientaliste.
Il progetto di legge, come detto, è stato presentato a fine 2013 e sottoscritto trasversalmente da consiglieri di diversi partiti (Sel, Pd, Federazione della Sinistra, M5S, IdV, Lega Nord, FdI), anche se va sottolineato che Malaguti risulta essere l’unico consigliere presentatore del progetto della provincia di Ferrara. Se dovesse venire approvato, gli allevatori avrebbero un anno di tempo per dismettere i propri allevamenti di animali da pelliccia.
“In Italia – spiega Malaguti – ci sono ora circa 20 allevamenti (5 in regione), di cui uno in provincia di Ferrara a Jolanda di Savoia ed essendo a conduzione famigliare si può calcolare circa 2 posti di lavoro per allevamento, ma che non andranno persi, poiché essendo in genere aziende agricole possono riciclarsi in altre attività. Non c’è indotto di lavorazione, perché le pelli vanno praticamente tutte all’estero (Cina, Russia e Nord Europa). La moda italiana si sta schierando progressivamente per le pellicce alternative naturali”.
Nel testo del progetto di legge, a sostegno delle motivazioni del firmatari, vengono elencati i Paesi in cui gli allevamenti di animali da pelliccia sono già stati vietati. Già dal 2000, infatti, la Gran Bretagna ha bandito gli allevamenti in quanto ritenuti crudeli, l’Olanda ha vietato l’allevamento delle volpi e dei cincillà (dal 1995) e più recentemente, il 18 dicembre 2012, ha approvato il divieto di allevamento di tutti gli animali per la principale finalità di utilizzare la loro pelliccia (divieto che sarà effettivo dal 2024); anche Austria (dal 2004), Danimarca (dal 2009 e limitatamente alle volpi, con bando vigente a partire dal 2024), Irlanda del nord e Scozia (2003), Croazia (dal 2007, con bando vigente a partire dal 2017) e Bosnia (dal 2009 con bando vigente a partire dal 2018) hanno vietato l’allevamento di qualsiasi specie di animali per la produzione di pellicce. Svizzera, Svezia e Bulgaria hanno adottato forti restrizioni a tale attività, finalizzate a migliorare gli standard abitativi degli animali da pelliccia, così come già avvenuto in Germania dal 2011, con l’entrata in vigore di nuovi standard strutturali e gestionali che comportano sostanziali modifiche degli allevamenti di visoni, da completare entro il 2016 (come la disponibilità di vasche d’acqua di 3 metri quadrati e della libertà di accesso a più ampi bacini d’acqua).
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