Cronaca
21 Novembre 2013
Il movente più probabile è un regolamento di conti tra i gruppi che gestiscono lo spaccio nel sottomura

Aggressione di piazza Castello, forse una ritorsione

di Ruggero Veronese | 2 min

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accoltellato-7-420x315Procedono a pieno ritmo le indagini sull’accoltellamento avvenuto lunedì mattina in piazza Castello. La squadra mobile della polizia di Stato è riuscita infatti a risalire all’identità dei due aggressori del giovane tunisino inseguito in pieno centro, uno dei quali è stato arrestato e si trova ora nel carcere di via Arginone in attesa della convalida, mentre sul secondo pende una denuncia a piede libero per lesioni aggravate.

Intanto comincia a delinearsi anche il possibile movente del loro gesto. Si potrebbe trattare infatti – come già ipotizzato nelle prime ore – di un regolamento di conti tra i gruppi di cittadini nordafricani che si dividono il mercato dello spaccio nell’area del sottomura. In questo caso vittima e aggressori sono tutti di nazionalità tunisina e di età compresa tra i 25 e i 30 anni. Le tensioni cominciano durante il fine settimana, quando un giovane tunisino entra in un bar vicino al baluardo di San Lorenzo, sostenendo di essere stato picchiato con un bastone da tre conoscenti che aveva incrociato per strada. Passano meno di 48 ore e scatta la presunta ritorsione, con l’aggressione in piazza Castello, per mano proprio della vittima del primo pestaggio – con cane al seguito – e di un amico datosi alla fuga prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.

Una storia che riporta alla mente l’escalation di violenza che portò all’omicidio Tarek Hamed, anche se per fortuna la coltellata di lunedì mattina non è stata fatale. E pare addirittura che l’aggressore col cane fosse uno degli amici del ragazzo ucciso nell’aprile del 2012 nel sottomura e che all’epoca dei fatti fornì alcuni dettagli in fase di indagine per ricostruire l’accaduto.

Ora la sua posizione è diametralmente diversa: la squadra mobile lo ha infatti arrestato (su di lui pendeva, tra l’altro, un ordine di custodia cautelare per spaccio di stupefacenti) e in breve tempo ha ottenuto anche l’identità del complice, attualmente ancora a piede libero. I due sono entrambi pregiudicati e residenti in Italia con permessi di tipo umanitario.

Non è però da escludere che tutta la vicenda possa essere nata da un paradossale scambio di persona: il ragazzo ferito infatti ha negato di conoscere i due aggressori, che potrebbero averlo confuso in qualche modo con il loro vero obiettivo. Un’ipotesi che verrà vagliata dagli investigatori durante le indagini, anche se la dinamica dei fatti fa pensare a una vera e propria caccia all’uomo prolungata, in cui col passare dei minuti gli assalitori si sarebbero dovuti rendere conto dell’errore e interrompere l’inseguimento.

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