In sala Agnelli il “Diario spettinato di una mancata Principessa”
Presentazione del nuovo romanzo tutto ferrarese di Debora Bruni
Presentazione del nuovo romanzo tutto ferrarese di Debora Bruni
Si conclude con un concerto corale, nella chiesta di Santo Stefano a Ferrara, la sessione primaverile del laboratorio di Officina delle Voci e dei Direttori del Conservatorio G. Frescobaldi guidato dal prof. Michele Napolitano.
Era da poco passata l'una di notte quando una macchina con a bordo un papà di 45 anni, una mamma di 41 e il figlio di 15 è uscita autonomamente di strada nel tratto di via Pomposa che collega l'abbazia a Codigoro
Battute finali per il processo di secondo grado a don Giuseppe Rugolo, il sacerdote arrestato ad aprile 2021 a Ferrara e condannato in primo grado - lo scorso febbraio - a 4 anni e 6 mesi di carcere dal tribunale di Enna per violenza sessuale nei confronti di un giovane ragazzo siciliano, attualmente 30enne, che all'epoca dei fatti era ancora minorenne
Lo scorso 29 maggio si è registrato un episodio di forte tensione presso il cantiere dell’ex scuola elementare di Vigarano Mainarda, dove sono in corso i lavori previsti dal progetto “Sicuro Verde e Sociale” promosso da Acer. Una manifestazione di protesta degli operai è sfociata in violenza
di Federica Pezzoli
Secondo appuntamento con la rassegna Riusciranno i nostri eroi. I nuovi autori del cinema italiano, organizzata dal circolo Arci Louise Brooks, in collaborazione con la Federazione Italiana Cinema d’Essai Emilia-Romagna, la sezione regionale del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici e con la Rete degli Spettatori. Dopo Noi non siamo come James Bond, di Mario Balsamo e Guido Gabrielli, vincitore del Premio Speciale della Giuria al Torino Film Festival 2012, è stata la volta di Matteo Oleotto con il suo Zoran, il mio nipote scemo, Premio del Pubblico alla Settimana della Critica al Festival di Venezia 2013.
Matteo è nato a Gorizia nel 1977 e con il suo lavoro ha deciso di narrare proprio la sua terra: quella provincia friulana che è ancora poco frequentata e i rapporti inconsueti che intrattiene con la limitrofa Slovenia. La sfida, confessa nell’incontro con il pubblico al termine della proiezione, “è provare a raccontare un territorio complesso ma vero” non un paesaggio da cartolina, “una serie di personaggi che ho visto nella mia vita”.
Zoran, il mio nipote scemo gravita intorno a due nodi narrativi, il caso e l’occasione. Il caso, con la morte improvvisa di una zia slovena dimenticata e forse mai conosciuta, offre a Paolo Bressan (Giuseppe Battiston) l’occasione di dare una svolta alla propria vita grazie, o meglio a causa, di un ragazzino che Bressan ‘eredita’ come nipote. Nascosto dietro un paio di grandi occhiali, il timido Zoran (Rok Prašnikar) parla un italiano aulico imparato su due volumi a casa della nonna e dà sempre del lei allo zio chiamandolo ogni volta per esteso “zio Paolo Bressan”. Però gioca bene a freccette e così riuscirà a ‘invischiare’ lo zio ruvido e ubriacone in qualcosa che Paolo non aveva previsto, costringendolo infine a fare letteralmente i conti con il proprio cuore e coi sentimenti degli altri. Paolo e Zoran, il burbero e spesso cinico zio “alcolista e non alcolizzato” con una vita piena di casini e il timido e introverso nipote sloveno, entrambi sono dei soggetti inabili alla vita civile, uno troppo irascibile, incasinato e burrascoso, l’altro troppo timido, insieme però conquisteranno la normalità: un coniglio di nome Elvis.
La fotografia di Ferran Paredes Rubio e la colonna sonora di Antonio Gramentieri, interpretata dai Cuori Sacri, ci aiutano a entrare in questo mondo velato di una poesia a tratti malinconica, tra montagne, vitigni e osterie.
Con leggerezza e ironia, questa pellicola ad alto tasso etilico tratta un tema difficile come l’alcolismo in modo delicato, senza moralismi perché, come spiega ancora Matteo, “non sopporto il cinema fatto dai terrazzi, guardando i problemi dall’alto, mi piace stare sotto, in mezzo”.
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