Cronaca
7 Novembre 2013
“Una misura che avrà conseguenze negative per lavoratori e studenti”

Settimana corta a scuola, pollice verso anche dell’Usb

di Redazione | 3 min

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admin-ajax.phpDopo le critiche di Sel sulla “settimana corta” per i licei di Ferrara, anche l’Unione Sindacale di Base interviene nel merito della notizia data da Estense.com. E non ha dubbi l’Usb nel dire che “la ‘proposta’ fatta dalla Provincia di Ferrara alle scuole di chiudere il sabato per risparmiare sul gasolio necessario per il riscaldamento sia da respingere”.

Questo perché “ancora una volta la presunta mancanza di soldi si trasforma in un peggioramento di un servizio essenziale qual è la scuola pubblica statale e in un “taglio” del diritto all’istruzione. Meno insegnanti di sostegno, meno trasporti e ora una riorganizzazione dell’orario scolastico che invece di avere al centro considerazioni di tipo didattico-pedagogico punta al mero taglio delle spese”.

Secondo il sindacato di base occorre che i consigli di istituto “riflettano bene prima di deliberare (l’Ariosto ha già deliberato) per la propria scuola la settimana corta (la Provincia non può obbligare in alcun modo e, difatti, si limita a un invito) in quanto patto di stabilità e strambe idee anticrisi come questa non possono prevaricare in alcun modo il diritto allo studio dei nostri studenti”.

Piuttosto, “ci si interroghi su quale sarà il vero costo in termini didattici e formativi. Diverse sono le questioni che ruotano attorno a questa proposta: sono presenti nelle scuole dei servizi mensa adeguati per un prolungamento dell’attività giornaliera? Come si concilia questo prolungamento orario con le attività di recupero? E con le attività integrative (corsi di teatro, giornalino, laboratori studenteschi)? Quali saranno i tempi di rientro a casa per quegli studenti che risiedono in periferia o a distanze che non sono utilmente coperte dai mezzi pubblici di trasporto? E come si concilierà il tardivo rientro a casa con il tempo studio pomeridiano? Se aumenterà l’insuccesso scolastico siamo certi che le famiglie e la società tutta siano pronte a pagarne i costi? Pertanto i dirigenti scolastici, i docenti e i genitori valutino attentamente le ricadute per l’apprendimento dei nostri studenti di una tale decisione”.

L’Usb, in conclusione, ritiene che “non sia legittimo che l’ennesima “motivazione economia” abbia conseguenze negative per lavoratori e studenti”.

Nel dibattito entra anche, con un commento proprio su Estense.com, la presidente della Provincia Zappaterra, per ribadire che la Provincia “non ha affatto chiesto di ridurre le attività didattiche per risparmiare”. Ai dirigenti scolastici è astato chiesto di “organizzare gli orari di apertura pomeridiani senza limitare le attività ma eliminando gli sprechi (ci sono scuole che vengono riscaldate dalla mattina presto fino a notte anche quando nel pomeriggio non ci sono attività)” e successivamente di valutare, sulla base delle esigenze di ogni istituto, l’opportunità dei 5 giorni la settimana “e non per risparmiare, ma perchè a Milano (oltre che in alcuni altri istituti secondari sempre della nostra provincia) lo stanno facendo da tempo e non credo affatto che siano più ignoranti o più stupidi di altri”.

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