Eventi e cultura
21 Settembre 2013
Sala Estense gremita di pubblico per la conferenza sulle origini, il presente e i misteri dell'ordine di cavalieri

La storia dei templari nel “regno della matafisica”

di Redazione | 3 min

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Re Filippo il Bello e papa Clemente V hanno distrutto tutto ciò che poteva ricordare i Templari, ma di loro si parla ancora molto. E anche Ferrara vuole raccontare il suo collegamento a quest’ordine di cavalieri, tanto famosi quanto misteriosi.

Su queste basi si è tenuta ieri sera, di fronte al numeroso pubblico della Sala Estense, la conferenza “Templari a Ferrara. Tra storia e leggenda”, promossa in collaborazione con il Comune di Ferrara dalla De Humanitate Sanctae Annae, l’associazione culturale che ha come scopo quello di promuovere la ricerca, lo studio e la conoscenza della storia della medicina a Ferrara. Quattro sono stati gli interventi per quattro diversi approfondimenti sul tema.

Carlo Magri ha dapprima raccontato per immagini i Templari nel cinema, ricostruendo la vita dei monaci guerrieri, dalla loro nascita al momento del massimo splendore. Ha poi preso la parola Paolo Sturla Avogadri, che dal 1978 raccoglie informazioni sulle connessioni tra Templari e Ferrara, analizzando la missione dei “nove cavalieri”, che si narra avessero origini francesi. Il sacro Ordine, che era sia una forza militare che un ordine religioso, si pensa fosse nato per proteggere i pellegrini in Terrasanta. Lo studioso analizza la vicenda dell’Ordine del Tempio fino ad arrivare alla bolla papale “Vox in excelso”, promulgata nel 1312 con la quale papa Clemente V ne decretava lo scioglimento.

Paolo Sturla Avogadri sostiene infine un’importante tesi, che riguarda i sopravvissuti alle persecuzioni che l’Ordine subì e che li ricollega alla Svizzera. Il territorio svizzero, infatti, sembra essere stato una sorta di “cassaforte naturale, dove i Templari superstiti hanno trovato rifugio. È da questo periodo infatti – continua – che la Svizzera si affranca dal governo asburgico, si forma una forte competenza in ambito bancario, la sua bandiera e quella della Croce Rossa ricordano la bandiera dell’Ordine e inoltre, non a caso, le guardie del Papa – massimo simbolo di coraggio e valore – ancora oggi sono solo di origine svizzera”.

P1060041La serata prosegue entrando nel pieno del collegamento templare a Ferrara, attraverso l’analisi di Gianluca Lodi sulla figura di Guglielmo III dell’importante famiglia ferrarese degli Adelardi.

Sia dallo stemma di famiglia, sia da un’immagine presente sulla facciata del Duomo, Guglielmo III risulta essere stato un “cavaliere professo” dell’Ordine. Infine, Francesco Scafuri procede analizzando alcuni dei luoghi ferraresi che riportano chiari segni e collegamenti della presenza dei Templari a Ferrara “nonostante nel tempo si sia proceduto ad eliminare molti dei simboli legati all’Ordine”. Prima su tutte è stata analizzata la chiesa di S. Maria Annunciata di Betlemme, ovvero la chiesa di Mizzana, al tempo usata come magione che dava ristoro sia fisico che spirituale ai viandanti. Scafuri prende poi in considerazione altre strutture locali, come la chiesa di S. Maria della Rosa, l’ospedaletto annesso alla chiesa della Trinità che era situato nell’attuale via Cortevecchia e la ex chiesa di S. Giacomo in via del Carbone.

L’associazione De Humanitate Sanctae Annae, oltre ad aver inaugurato una filiale statunitense a New York per promuovere la cultura di Ferrara nel mondo, ha intenzione di presentare alla cittadinanza delle visite guidate ai luoghi dei Templari, che si terranno in primavera lungo le vie di questa città “che non a caso è il regno della metafisica”, ha concluso il presidente dell’associazione Massimo Masotti.

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