Sono usciti dal carcere questo week end, uno sabato e l’altro ieri, i due poliziotti che si trovavano ancora all’Arginone per espiare i sei mesi di pena (residuo dell’indulto per i tre anni e mezzo di condanna) per l’omicidio colposo di Federico Aldrovandi. Luca Pollastri è stato scarcerato sabato, mentre ieri è stata la volta di Paolo Forlani. La differenza di un giorno dipende dal loro ingresso in carcere, avvenuto un giorno prima per Pollastri. Pollastri e Forlani sono quindi usciti definitivamente dal carcere, dopo che a metà giugno erano riusciti a ottenere un permesso di quattro giorni consecutivi per motivi familiari. Per loro inizieranno ora a decorrere i sei mesi di sospensione dal servizio previsti dalla commissione disciplinare.
Forlani e Pollastri, così come Monica Segatto (alla quale il tribunale di sorveglianza aveva però concesso successivamente i domiciliari), erano entrati in cella a fine gennaio, dopo che la condanna era diventata definitiva. I legali, dopo il diniego dei domiciliari, si erano appellati allo svuota-carceri, anche qui però senza esito. Un trattamento che il legale di Forlani, l’avvocato Bordoni, aveva ritenuto ingiusto, dopo che due tribunali, uno di Padova e uno di Milano, avevano concesso i domiciliari rispettivamente a Monica Segatto ed Enzo Pontani.
Per Forlani pendeva anche il ricorso in Cassazione contro il provvedimento del tribunale felsineo, che aveva respinto la richiesta di scarcerazione avanzata ai sensi della “svuota carceri”, ma i tempi lunghi del pronunciamento hanno reso inutile ogni decisione della corte romana. Rimane invece valido il ricorso, presentato sempre dall’avvocato Bordoni, alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo.
Monica Segatto, che fu la prima a entrare in carcere, ha già espiato la sua pena ai domiciliari qualche giorno fa. Enzo Pontani dovrà invece attendere una ventina di giorni, in quanto il suo è stato l’ultimo ingresso in carcere dei quattro poliziotti, dovuto al rinvio della sua posizione per un difetto di notifica che fece slittare la sentenza.
Con la fine della pena si esaurisce la fase penale del caso Aldrovandi, ma per i quattro agenti restano ancora da applicare le sanzioni amministrative, poiché la procura regionale della magistratura contabile ha contestato loro un’ipotesi di danno patrimoniale per il risarcimento che il ministero dell’Interno ha pagato ai familiari del giovane ferrarese, quantiificati in circa due milioni di euro per danni materiali e di immagine per la polizia e per l’istituzione.
“Un giorno molto speciale – è il commento di Franco Maccari, segretario generale dfel Coisp, i9l sindacato indipendente di polizia – non solo perché finalmente torneranno completamente liberi i colleghi travolti dalla drammatica vicenda di Federico Aldrovandi, ma anche perché registreremo il primo caso in Italia di condannati per mera colpa che scontano fino all’ultimo secondo della loro pena non in libertà. Finalmente la storia ha trovato qualcuno a cui far sentire tutta la severità della legge che diventa spietatezza… quando si deve rispondere all’onda emotiva che si leva dalla piazza ed alla voglia di vendetta di qualcuno che evidentemente conta più degli altri”.
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