Amsef, continua lo stato di agitazione
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di Daniele Oppo
Formare gli operatori, soprattutto i volontari, della sicurezza. È il compito che la collaborazione fra il Cgil, Silp (sindacato italiano lavoratori di polizia, interno alla Cgil), l’Università di Ferrara, Asl e l’istituto Fde di Mantova (una scuola di alta formazione in scienze criminologiche) si prefigge di portare a termine.
Tutto partirà, fra ottobre e novembre, con un seminario di studi sulla sicurezza e di presentazione dei futuri corsi di formazione la cui effettiva partenza è però ancora accostata ad un punto interrogativo: “spetta alle Regioni finanziare questi corsi di formazione che con il decreto legislativo 81 del 2008 sono diventati obbligatori per i volontari, quali sono ad esempio gli operatori della Protezione civile o quelli della Croce rossa, che dovranno sostenere 16 ore di formazione pro capite ogni anno”, spiega Mauro de Marchi, docente a contratto Unife ma, osserva Luigi Caracciolo del direttivo nazionale Silp “sempre più spesso assistiamo alla mancata attuazione, da parte dei soggetti pubblici preposti, di alcune parti di normativa, come accaduto con quella sulla corruzione, e altri soggetti si devono attivare per portare a compimento questi percorsi”. Sembra però, come preannunciato da de Marchi, che le regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto si stiano interessando: “valuteremo se dare carattere nazionale alla nostra iniziativa, ma sicuramente avrà portata interregionale”.
Seminario ed eventuali corsi di formazione, in linea teorica gratuiti in quanto finanziati dalle Regioni, sono principalmente destinati agli operatori volontari della sicurezza, che secondo i numeri forniti da de Marchi sono, nel ferrarese, circa5 mila ma non è affatto esclusa una loro estensione anche alle forze di polizia locali.
Ad indicare gli obbiettivi e i motivi per i quali è importante una simile formazione è ancora Caracciolo: “formare gli operatori sulle dinamiche della sicurezza può essere uno strumento utilissimo anche per tenere sotto controllo il lavoro nero e le condizioni dei posti di lavoro, oltre che per salvaguardare la vita dei singoli lavoratori e dell’ambiente”. Non solo, Caracciolo né fa anche una questione di costi sociali -“una persona che si infortuna sul lavoro non crea un danno solo a sé, ma è anche un notevole costo sociale derivante dall’inadeguata sicurezza del posto di lavoro”- e di dinamiche criminali “che si infilano a colmare i vuoti e le inadempienze legislative”. A tal proposito rimbombano le parole di Giuliano Guietti, segretario della Cgil Ferrarese: “è difficile trovare un cantiere edile in regola, anche se negli ultimi due anni gli infortuni sul lavoro sono diminuiti questo è molto probabilmente dovuto al fatto che c’è stata una riduzione dell’attività lavorativa più che una riduzione dell’illegalità”.
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