Tre anni per concussione. È la richiesta fatta al termine della requisitoria dalla pubblica accusa contro Mario Canestrini, 55 anni di Cesena, il geometra dell’Anas di Bologna arrestato in aprile dopo la denuncia ai carabinieri da parte di due imprenditori di Ferrara. All’uomo è imputato il fatto di aver richiesto diecimila euro a due costruttori per non ostacolare l’approvazione e il conseguente rilascio della licenza (dovuta) di un passo carraio per l’accesso all’area destinata alla realizzazione di un complesso residenziale lungo la statale 16 (vai all’articolo).
Il reato si era concretizzato, materialmente, nella mattinata del 4 maggio scorso, quando i carabinieri, appostatisi nelle vicinanze del luogo dell’incontro e della consegna della somma di danaro, hanno sorpreso il geometra con il denaro contante appena ricevuto e subito celato all’interno della vettura di servizio dell’Anas con la quale si spostava.
Dopo l’arresto del suo dipendente (al quale tra l’altro mancavano appena due anni per la pensione), l’Anas ha sospeso Canestrini dal lavoro e si è costituita parte civile, così come i due imprenditori che fecero la denuncia.
Canestrini, che da ottobre non è più detenuto ai domiciliari, avendo ottenuto la misura più tenute dell’obbligo di dimora nel comune di Cesena, ha chiesto attraverso il suo difensore, l’avvocato Eugenio Gallerani, di celebrare il processo in rito abbreviato.
E così ieri mattina, davanti al gup Piera Tassoni, si è svolta la discussione, con la requisitoria del pm Nicola Proto che ha chiesto tre anni di pena. La difesa ha sostenuto che l’azione posta in essere de Canestrini potrebbe essere ricondotta più facilmente a una corruzione (reato perseguito in modo meno grave) piuttosto che una concussione e che si tratterebbe comunque di un tentativo non consumato, dal momento che la consegna del denaro avvenne quando gli imprenditori si erano già rivolti alle forze dell’ordine.
Nel decidere la vicenda potrebbe intervenire anche le nuove norme che disciplinano la concussione, dal quale è stata “scorporata” l’ipotesi dell’induzione, nella quale – questa la speranza della difesa – potrebbe ricadere il caso in esame.
Il gup ha rinviato le parti per la sentenza al 13 dicembre.
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