Cronaca
13 Settembre 2012
Sono 7.622 le istanze da trattare pervenute al Comando operativo comunale

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di Redazione | 3 min

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Ben 7.622 istanze da trattare pervenute al Comando operativo comunale di Ferrara. È una delle cifre fornite ieri nella riunione della Terza Commissione del Consiglio comunale dedicata al post-terremoto, cui hanno partecipato gli assessori Roberta Fusari (Edilizia) e Aldo Modonesi (Lavori pubblici).

Per la grande maggioranza di queste (5.664) non è stato necessario compilare la scheda Aedes, quella che consente di chiedere il rimborso delle spese sostenute per far tornare agibile l’immobile. Circa la metà, 924, è stata dichiarata in classe A, ossia agibile; 524 in classe B, dunque temporaneamente inagibile ma in grado di tornare agibile con un pronto intervento, e 148 in C, parzialmente inagibile. Quelle in classe E, ossia inagibili, sono 307, mentre 26 sono in classe F, inagibili ma per un rischio esterno. Per 13 situazioni la classe non è ancora stata determinata.

Chi non ha presentato l’istanza al Coc entro la fine di luglio ha perso un treno che non è previsto ripassi: l’ha spiegato, rispondendo a una domanda del consigliere Tommaso Cristofori (Pd), l’ingegnere Fulvio Rossi, dirigente del Settore Attività Interfunzionali.

Chi ha un’abitazione in classe B e C può, in base all’ordinanza del commissario Vasco Errani emanata il 28 agosto (http://www.estense.com/?p=240711), ottenere un rimborso dell’80% delle spese sostenute per riparazioni e ripristino, mentre ancora non è stato emanato alcun provvedimento per quelle in classe E (dunque in condizioni peggiori) e per gli edifici che ospitano attività produttive.

Modonesi ha fatto il punto sugli edifici scolastici e sui beni monumentali. “Nemmeno sulle scuole in classe E è ancora uscita l’ordinanza” ha detto. E dunque per la primaria Mosti di via Bologna (le cui sette classi saranno ospitate da lunedì 17 al tecnico per geometri Aleotti) ancora non si può affermare quando inizieranno i lavori. L’altro edificio completamente inagibile, il nido Costa, sarà ospitato dalla metà di ottobre in container in zona.

Quanto agli edifici storici, è cominciato l’intervento sulla cella campanaria di Santa Maria della Consolazione e sono stati riaperti (oggi) i giardini di Palazzo Schifanoia, “ma nel museo occorreranno lavori per 4-500mila euro prima di riaprirlo – ha continuato l’assessore –, anche se fortunatamente i danni non hanno interessato il Salone dei Mesi”. Il chiostro della chiesa di San Paolo aprirà “entro il 5 ottobre, per ospitare gli incontri del Festival di Internazionale”, ma la situazione più difficile è quella che si prospetta per Palazzo Massari: “già prima del sisma era previsto un intervento da due milioni e 400mila euro, le scosse ne hanno resi necessari altri per un altro milione”.

Da ricordare che nemmeno per i beni monumentali è stata emanata un’ordinanza, “e probabilmente non lo sarà mai, perché la Regione sembra orientata verso una legge sui centri storici”.

In relazione alla domanda del consigliere Cristofori, relativa alla possibilità di richiedere il sopralluogo al proprio immobile danneggiato dal sisma anche dopo il termine fissato dal Capo Dipartimento della Protezione Civile Gabrielli, Rossi ha risposto che “i provvedimenti fino ad oggi emanati dal Commissario Delegato non prevedono deroghe al suddetto termine”, aggiungendo che “nei casi in cui la questione sollevata dal consigliere avesse una certa rilevanza e fosse fortemente motivata, dovranno essere i sindaci dei Comuni ad inoltrare le richieste alla Regione Emilia-Romagna per la valutazione e l’eventuale accoglimento delle stesse”.

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