Cronaca
28 Agosto 2012
"Per quelle in centro storico la partita è più complicata". E Maisto fa il punto sull'apertura scuole

Sisma, Errani: “Risarcibili il 20% delle abitazioni”

di Redazione | 3 min

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Una buona notizia per chi ha subito danni lievi o medio lievi alla propria abitazione, ancora attesa per chi ne ha subiti di peggiori, così come per l’edilizia scolastica. Sono alcune delle notizie emerse ieri sera in un dibattito alla festa comunale del Pd a Pontelagoscuro, cui hanno partecipato il presidente della Regione Vasco Errani, il vicesindaco Massimo Maisto e il sindaco di Cento Piero Lodi.

Quanto alle scuole, “l’obiettivo è far partire l’anno in una cinquantina di queste intorno a lunedì 17 – ha affermato Maisto –, dunque se non proprio quel giorno, tre giorni o una settimana dopo”. Ne resta però una decina, tra quelle di competenza del Municipio (dunque qualcuna in più delle quattro-cinque di cui si è parlato finora http://www.estense.com/?p=238565), “in cui la situazione è più complessa”. Ancora niente nomi e niente date: Maisto ha rinviato il calendario definitivo “al 3-5 settembre”, affermando di “comprendere il disagio delle famiglie”. Ancora di più ci sarà da attendere per il nido Aquilone di viale Krasnodar, l’unica struttura inagibile al punto che ne è stata decisa la demolizione, e i cui alunni inizieranno l’anno in prefabbricati dalle parti di via Nievo. Inizieranno però decisamente più tardi, visto che “le aziende hanno 90 giorni a partire da questo periodo per consegnarli”.

Passando alla cultura, per il Teatro Comunale resta l’obiettivo di averlo pronto per sabato 22, giorno di consegna del Premio Estense (“finché non apriamo continuerò a dire ‘speriamo’ di farcela per quella data” ha affermato prudente il vicesindaco), ed è “in dirittura d’arrivo la riapertura della chiesa di San Paolo e della Sala della Musica, e speriamo entro l’anno si riapra Schifanoia. Molto più delicata è invece la situazione di San Cristoforo alla Certosa e di Palazzo Massari, perché i danni sono più imponenti e perché già prima si prevedevano interventi”. Parlare di beni monumentali in una città come Ferrara significa parlare di turismo e dunque di economia: ammonterebbero infatti a cinque milioni di euro – si è stimato alla festa – i mancati incassi dovuti alle minori presenze di visitatori. Anche per questo “sta partendo un tavolo di lavoro – ha concluso Maisto – che sarà immediatamente operativo e avrà lo scopo di superare i danni del terremoto rilanciando l’immagine della città”. Dopo il Palazzo dei Diamanti (dal 13 ottobre al 13 gennaio) la mostra ‘Boldini, Previati e De Pisis’ sarà a Firenze.

Non solo scuole, monumenti e turismo, ma – ovviamente – anche abitazioni private e attività produttive sono state e sono tra le preoccupazioni delle popolazioni colpite. Una buona notizia, fresca di giornata, l’ha fornita a proposito delle prime Errani: “abbiamo emanato l’ordinanza per quelle con danni lievi e medio lievi, i cui proprietari potranno ottenere il rimborso dell’80% delle spese sostenute per i lavori”. La procedura consisterà nella “asseverazione del credito da parte del Comune, quindi nell’apertura in una delle banche convenzionate di un conto corrente, nell’indicazione del nome dell’impresa e nel risarcimento per piani di avanzamento”. In realtà a Ferrara solo il 20% delle abitazioni lesionate rientra tra queste, perché la maggioranza si trova nel centro storico, e per queste la partita è “più complicata: occorrono norme, anche urbanistiche”.

Simile il procedimento per chi ha un’attività: “riceveranno – ha proseguito Errani – un finanziamento a tasso inferiore all’1% per sette anni, con cui coprire l’80% delle spese per la ricostruzione di immobili e macchinari”.

Di rinvio delle scadenze fiscali si è parlato parecchio ultimamente, e finora si è ottenuto “il rinvio a novembre di tutti i pagamenti, Imu compreso, per tutti i Comuni che si trovano nel cratere, dunque anche Ferrara”. La Regione però insiste col Governo su un altro obiettivo, che Errani si è impegnato a raggiungere. “Non ha senso – ha concluso – che paghi l’Imu chi ha la casa inagibile finché non tornerà agibile, e non ha senso che paghino Irpef e Irpeg gli imprenditori che hanno visto compromessa la propria produzione”.

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