Dalla casa di vetro alla sfera di cristallo. All’incirca un anno fa aveva promesso che la finanza pubblica del municipio sarebbe stata come “una casa di vetro, dove qualunque cittadino, semplicemente passando, può guardare dentro, fino al più piccolo dettaglio” (leggi). Pochi mesi or sono aveva ‘divinato’ la riduzione del debito comunale fino a 128 milioni di euro, ossia un quarto in meno rispetto al quello presente all’insediamento di quest’amministrazione (leggi).
E ora l’andamento delle casse comunali, alla faccia della spending review, sembra dargli ragione. Luigi Marattin ripone il gessetto da cattedratico e impugna la bacchetta magica per “comunicare con piacere alla città i risultati della nostra azione di politica economica”. Vale a dire che “grazie alla strategia seguita recentemente, a fine 2012 il debito del Comune di Ferrara si attesterà a 128 milioni di euro. Era pari a 167 milioni di euro nel 2009, quando la giunta Tagliani si è insediata. Si tratta di una riduzione di quasi 40 milioni di euro in tre anni, pari quasi ad un quarto del debito iniziale (per la precisione il 24%)”.
Per i neofiti di economia, queste cifre stanno a indicare che il debito pubblico pro-capite dei cittadini di Ferrara scende da 1.237 euro pro-capite a 948 euro; per la prima volta dopo molti anni, il debito pubblico che ogni ferrarese ha idealmente sulle proprie spalle scende sotto i mille euro. “Stando ad una classifica sommaria pubblicata recentemente da Il Sole 24 ore – gongola l’assessore -, ci collochiamo tra i pochi comuni che possono vantare un risultato del genere. per dare un termine di paragone, il debito pubblico nazionale che ogni italiano – compreso un ferrarese – ha sulle proprie spalle è 33mila euro”.
Due anni fa la scommessa di riduzione del debito si fondava su due ragioni principali. In primis il fatto che ridurre il debito significa liberare risorse di parte corrente. “Dal 2009 ad oggi – conferma Marattin – abbiamo risparmiato più di 4,5 milioni di euro in spesa per interessi. Se lo Stato non avesse insistito a far pagare agli enti locali i sacrifici che esso non è in grado o non vuole fare, avremmo potuto destinare quei soldi ad asili nido, a riduzioni di tasse, a contributi alle imprese che innovano, alla spesa sociale per i più bisognosi. Non l’abbiamo potuto fare perché dal 2010 ad oggi abbiamo subito quasi 30 milioni di euro di tagli da parte del governo. Altrimenti, sarebbe stato chiaro ed evidente a tutti che ridurre il debito è “di sinistra”: permette di distogliere risorse dal pagamento di una rendita (gli interessi) e destinarle a scopi più produttivi (il sostegno alle attività produttive, alle infrastrutture, ai più deboli)”.
In secondo luogo tagliare il fardello debitorio “permette di operare una vera equità intergenerazionale. In un Paese che per tanti anni ha sfasciato senza ritegno le finanze pubbliche, infatti, ridurre il debito significa evitare di scaricare sui figli le spese che i padri non riescono a coprire (che è stato lo “sport nazionale” per trent’anni)”.
Sull’onda dell’entusiasmo Marattin si lancia ora in un’altra profezia: “l’opera di riduzione del debito continuerà fino a fine legislatura. Oggi possiamo dire ai ferraresi che abbiamo mantenuto quella promessa, e che ancora continueremo nella nostra azione di riduzione. Mantenere le promesse è la via più sicura per restituire alla politica e ai politici quella credibilità che pare essere scomparsa e di cui invece c’è assoluto bisogno”.
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