4 Agosto 2012
Appalto trasporti, per ora solo una diffida al consorzio Prog.Este

Un navigatore per non perdersi a Cona

di Redazione | 3 min

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“Dall’inizio di questa settimana, l’ospedale Sant’Anna è tornato a essere un hub”. È il direttore generale Gabriele Rinaldi ad annunciarlo, in una conferenza stampa in cui è stato affiancato dal sindaco Tiziano Tagliani e dal direttore sanitario Andrea Gardini e nella quale ha fatto il punto della situazione a un mese e mezzo dalla fine ufficiale del trasloco.

In precedenza, infatti, si è fatto ricorso a strutture esterne, soprattutto gli ospedali di Bologna e Ravenna, per la terapia intensiva neonatale (sei gestanti e sette bambini nati), le sindromi coronariche acute (trentotto), i politraumi (dieci), la neurochirurgia (quattro interventi), e l’ematologia, di cui però non si è avvalso alcun paziente. L’ultimo servizio ad attivarsi è stata, alla fine della settimana scorsa, l’emodinamica, seguendo un cronoprogramma che a parere di Rinaldi è stato rispettato, “forse con una settimana di ritardo”.

Le novità che il direttore voleva annunciare non finivano però qui: la prossima settimana, per far fronte alle tante segnalazioni sulla difficoltà a muoversi dentro la struttura, sarà infatti lanciato il locator, un Gps accessibile dal sito dell’azienda (www.ospfe.it) che indicherà i luoghi migliori in cui parcheggiare e i percorsi da seguire per raggiungere un certo medico o un certo reparto, con tanto di immagini tridimensionali. Chi ha un telefono che dispone di una connessione dati potrà ovviamente utilizzarlo anche all’interno della struttura, tenendo però presente che il segnale nella parte più interna è piuttosto debole. “È accaduto anche a Forlì, Mestre e Baggiovara – ha affermato Rinaldi –, e abbiamo già chiesto che lo potenzino”.

Fin qui le comunicazioni che il direttore voleva fornire, ma gli avvenimenti degli ultimissimi giorni (l’incendio e l’affaire Zamboni) hanno integrato l’ordine del giorno. Quanto al fuoco (http://www.estense.com/?p=236421), Rinaldi ci ha tenuto a precisare che il protocollo previsto per questi casi ha funzionato: “il sistema ha avvertito la presenza di fumo in quella stanza alle 18.26 e dopo due minuti, come previsto, ha fatto un re-check, che l’ha confermata. Le porte dunque si sono chiuse, il meccanismo di ventilazione si è fermato così come l’impianto elettrico dell’area interessata. Alle 18.31 sono partite, sia dal personale intervenuto sul posto sia dalla control room, le chiamate ai Vigili del Fuoco”. Prima ancora che questi arrivassero però, racconta ancora Rinaldi, “già alcuni lavoratori delle ditte esterne avevano cominciato ad affrontare la situazione con gli estintori”. Tutto a posto dunque, tranne una cosa, raccontata dallo stesso direttore: “quella stanza era lungo una via d’uscita, e il materiale che ha preso fuoco non doveva essere lì”.

Quanto invece al fatto che i centri per la cura della sclerosi multipla del Sant’Anna non aderiranno alla sperimentazione del ‘metodo Zamboni’ (e dunque i pazienti ferraresi non potranno sottoporvisi nel nosocomio cittadino), Rinaldi ha voluto ricordare che “i centri possono aderire oppure no”, imputando dunque la scelta al direttore della Clinica Neurologica Enrico Granieri e a quello della Neurologia Maria Rosaria Tola. “È un peccato – ha commentato però –, del resto l’Associazione italiana sclerosi multipla non ha fatto salto di gioia per questo percorso”.

Un’altra grana di questi giorni riguarda infine i servizi no core, in particolare il trasporto dei degenti e delle cose: l’azienda ospedaliera e quelle esterne che dovrebbero occuparsene, appartenenti al consorzio Prog.Este (Cidas e Coopser), divergono sull’interpretazione del contratto, e per il momento quel lavoro lo sta svolgendo il personale del Sant’Anna. “Ma non possiamo – ha concluso Rinaldi – continuare a coprire noi un servizio che dovrebbero svolgere altri”. Per questo l’ospedale ha inviato loro una diffida a procedere.

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