Parcheggiatore abusivo ha un malore mentre scappa dalla polizia locale
Denuncia per un parcheggiatore abusivo che ha tentato di indirizzare due agenti in abiti civili della Polizia Locale a bordo di un'auto civetta verso uno stallo di sosta
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Il Ferrara Summer Festival aprirà la quinta edizione con il fenomeno pop rock del momento Benson Boone, sul palco il prossimo 20 giugno
Con i tre astenuti della lista “Terre Estensi” e i sette sì della lista di maggioranza “Ferrara Insieme”, è stata votata in Consiglio provinciale la delibera per l’approvazione del rendiconto di gestione 2023
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Torna a parlare il gruppo di cittadini contrari alla centrale biometano di Villanova, nella speranza di "riuscire a fare breccia nel muro di gomma che negli ultimi due anni è stato costruito con mancate risposte e sottovalutazione delle nostre osservazioni"
intervista a cura della Voce di Ferrara e Comacchio
Un piccolo viaggio nel cuore e nella mente di un genio cristiano”. Così don Massimo Manservigi ha definito il suo ultimo lavoro dal titolo “Cercando le 7 chiavi” nella conferenza stampa al Cinema Santo Spirito dove, venerdì 9 dicembre alle 20.30, si terrà la prima del documentario.
Realizzato in collaborazione con la Diocesi di Barcellona e coprodotto da Mimep-Docete, nell’intenzione dell’autore il film sul più famoso, e per alcuni versi stravagante, architetto catalano vuole aiutare a comprendere un aspetto che finora è rimasto sconosciuto al grande pubblico: la sua fede personale. “Esistono tantissimi documentari sulla Sagrada Familia, molto belli e girati con quantità industriali di effetti speciali – afferma don Massimo – basti pensare alla meravigliosa diretta televisiva in occasione della consacrazione ad opera del Santo Padre il 7 novembre 2010. Quello che mancava era un documentario che aiutasse tutti a comprendere le ragioni profonde che hanno portato questo artista della materia a realizzare opere di così struggente e spirituale bellezza. Magari un effetto speciale in meno e un contenuto importante in più”.
“Penso infatti – aggiunge Manservigi – che chiunque entri oggi nella Sagrada Familia senta il bisogno di essere nutrito di contenuti profondi, di quelle chiavi di lettura che guidarono Gaudì nella sua vita personale. Certo un’opera d’arte può e deve essere letta in molti modi, anche oltre le intenzioni dell’autore, ma in questo caso specifico non penso sia possibile: Antonio Gaudì ha lavorato alla Sagrada Familia non semplicemente come ad un’opera d’arte ma come ad una missione: era la vocazione della sua vita. Oggi tanti architetti costruiscono chiese ma nessuno di loro ne ha fatto una ragione di vita come Gaudì, che si spinse fino a chiedere l’elemosina per continuarne i lavori. Anche se consapevole che non l’avrebbe completata, e pertanto prevedendo l’intervento di molti altri autori, egli volle indicare con forza la direzione del suo sviluppo e i temi spirituali che avrebbe dovuto rappresentare. Per questo ritengo che far comprendere la sua spiritualità sia come mostrare la cattedrale che Gaudì portava nella sua anima, di cui la Sagrada è la versione in pietra”.
Il video vanta la collaborazione di alcuni tra i più importanti specialisti come Josep Tarragona, biografo di Gaudì per la causa di beatificazione; Jordi Bonet, architetto direttore dei lavori alla Sagrada Familia; Etsuro Sotoo, famoso scultore giapponese che si è convertito al cristianesimo lavorando alla Sagrada e di cui il documentario riporta la forte testimonianza; M. Antonietta Crippa del Politecnico di Milano curatrice di tante pubblicazioni su Gaudì architetto e credente; e molti altri interventi di livello assoluto. Per la sua realizzazione don Massimo si è avvalso di collaboratori fidati tra i quali: Riccardo Garattoni (montaggio), Tiziano Giardini (assistenza alla regia), Laura Magni (grafica), Maurizio Pagliarini (musiche).
“Vorrei anche ringraziare – ha concluso Manservigi – tutte le persone che non appaiono nei titoli di coda ma che con il loro lavoro, i loro consigli e la loro pazienza, mi hanno permesso di portare a termine l’opera”.
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