Paolo Zamboni
In questi mesi è in corso un acceso dibattito nella comunità scientifica italiana ed internazionale in merito alla recente scoperta del prof. Paolo Zamboni, direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara, sulla correlazione tra la sclerosi multipla e l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (Cccsvi), da lui stesso scoperta durante i suoi studi durati quasi un decennio e pubblicati due anni fa.
Il dibattito si è infiammato tra coloro che ritengono assolutamente plausibile questa ipotesi anche grazie ai numerosi riscontri diagnostici nei pazienti con sclerosi multipla, mediante l’esame ecocolordoppler (Ecd) e anche con gli interventi di angioplastica (Pta), che serve poi a trattare le stenosi delle vene giugulari interne.
Alcuni oppositori a questa scoperta tutta italiana stanno tentando addiritura di negare l’esistenza stessa della Ccsvi come patologia, quasi a voler dimostrare che il prof. Zamboni e i suoi colleghi vascolari la Ccsvi se la sono “sognata di notte”.
Ciò in parte è avvenuto anche di recente durante il convegno di Monaco di Baviera dei radiologi interventisti e cardiovascolari europei.
In merito è molto utile leggere anche una recente lettera, pubblicata sulla prestigiosa rivista “Journal of Neurololgy, Neurosurgery & Psychiatry” nell’aprile di quest’anno e completamente ignorata dai media del settore, da parte di un gruppo di ricercatori dell’Istituto Spallanzani di Roma guidati dall’anatomopatologo dr. Andrea Baiocchini ed intitolata “Stenosi anatomica delle vene giugulari interne: una prova a favore dell’insufficienza venosa cronica cerebro spinale?”.
Gli autori hanno riferito di aver eseguito un esame completo “post-mortem” in due pazienti con sclerosi multipla, decedute per cause differenti.
La prima paziente, una donna di 74 anni, era stata ricoverata per una malattia respiratoria acuta ed è morta a causa di una polmonite batterica, mentre l’altra, una donna di 35 anni, è morta a causa di una meningite virale complicata da una trombosi alla vena giugulare interna come dimostrato dalla venografia con risonanza magnetica.
L’esame post-mortem ha dimostrato in entrambe le pazienti una marcata stenosi della vena giugulare interna di sinistra. Il rallentamento del flusso venoso, causato dalla stenosi, ha predisposto ad una trombosi della vena giugulare, dimostrato istologicamente nel secondo caso.
I ricercatori hanno così potuto dimostrare la presenza di alterazioni anatomiche nelle vene del collo con un drenaggio venoso alterato dal sistema nervoso centrale in due pazienti con sclerosi multipla, che sono morte per altre cause.
Gli autori scrivono infine di non conoscere le esatte implicazioni con la sclerosi multipla, ma a loro avviso non vi è dubbio che questo campo meriti uno studio più ampio.
Il dibattito sulla Ccsvi nella Sm dunque continua, ma sembra davvero che questa teoria abbia più di un fondamento.
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