di Giulia Gaio
Tra i numerosi vanti di Ferrara, ce ne è uno che appare anche sul Guiness dei primati: quello dell’osteria più antica del mondo. Si tratta dell’enoteca Al Brindisi, in origine Hostaria del Chiuchiolino (da ciuc, ubriaco). La prima documentazione scritta che la riguarda risale al 1435, anno in cui l’osteria sicuramente era già conosciuta dagli operai che costruirono il Duomo situato affianco.
Personaggi illustri come Ludovico Ariosto, Torquato Tasso, Tiziano Vecellio, Benvenuto Cellini la frequentarono e nel primo piano del fabbricato compì gli studi Niccolò Copernico, laureatosi a Ferrara nel 1503. Nel 1973, in occasione del quinto centenario della nascita del grande astronomo polacco, vi ha fatto sosta anche l’allora cardinale Karol Wojtyla, destinato a diventare di lì a qualche anno papa Giovanni Paolo II. Recentemente l’enoteca è entrata nella Guida del Locali storici d’Italia.
L’aria che si respira tra le mura dell’osteria è sicuramente di grande storia, ma soprattutto di tradizione locale. Tradizione che appartiene alla famiglia Pellegrini, dagli anni ’50 proprietaria dell’osteria di via Adelardi oggi gestita dal figlio Federico. Sommelier dall’età di 13 anni, Federico si dedica personalmente alla scelta del vino con la stessa passione e accuratezza trasmessagli dal padre Moreno, motivo che porta il locale a non offrire altre bevande alla clientela, come caffè, birre o cole. Punto di forza del Brindisi è proprio la scelta del vino, che cade principalmente su quelli prodotti da vitigni autoctoni, come il Vermentino nero e Massaretta della Toscana, Pignolo del Friuli, Majere del Trentino, Pallagrello della Campania e particolare attenzione è posta per i vini della zona emiliano-romagnola. Ne sono esempi il Negretto Longanesi, detto Burson, proveniente da un vitigno scoperto a Bagacavallo in provincia di Ravenna intorno agli anni ’20; il Centesimino faentino, chiamato il Sauvignon rosso di Romagna; il Malbo Gentile di Modena. Altro punto di forza dell’enoteca è la mescita del vino al calice, da provare anche con i vini doc poco conosciuti come il Fortana rosso del Bosco Eliceo, localmente chiamato “Uva d’Oro”, la cui produzione è consentita solo nelle zone di Ferrara e Ravenna, abbinabile persino al pesce e meritevole di essere conosciuto in esclusiva. In totale la cantina del Brindisi è in grado di mescere 600 tipi di vini.
La filosofia del locale si basa su conoscenza e competenza, per questo “fondamentale Al Brindisi è la figura dell’oste, che deve conoscere il vino per capire cosa vuole il cliente e proporgli la scelta più giusta”, spiega Federico.
Per quanto riguarda le proposte gastronomiche, l’osteria offre diversi menù della tradizione locale e nazionale, al quale sono affiancate degustazioni di vino che variano da proposta a proposta. Il più gettonato è il Menu del Viaggiatore che prevede piatti tipici ferraresi come cappellaci di zucca al ragù o burro e salvia e la salamina da sugo abbinati a quattro calici di vino locale.
Vengono serviti inoltri piatti freddi e formaggi provenienti da tutta Italia. Al Brindisi, anche l’arte è di casa: vi espongono pittori, attori di vari gruppi teatrali leggono testi impegnati, si improvvisano concerti jazz o blues, insomma diversi eventi contribuiscono a rendere l’atmosfera dell’osteria indimenticabile. Per informazioni sugli eventi passati e quelli in programma www.albrindisi.net.
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