Politica
22 Marzo 2011
Un bilancio che va da Sella-Tremonti a Violante e Kirgegaard

L’ora di Marattin

di Marco Zavagli | 6 min

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Cita Quintino Sella, Kierkegaard e Violante. Non si fa mancare nulla Luigi Marattin per il suo esordio ufficiale alle redini delle finanze comunali. Il più giovane componente della giunta Tagliani ha illustrato ieri la sua relazione al bilancio preventivo.

E lo ha fatto senza risparmiare sottili frecciatine alle opposizioni e frasi ad effetto. A cominciare dalla proverbiale frase di Quintino Sella: “il bilancio di uno Stato riflette vizi e virtù di un popolo”. Una citazione che non poteva mancare, visti i tempi. Siamo nel 150° anniversario dell’Unità e Sella fu il primo ministro alle finanze del governo regio. Chissà se Marattin è consapevole che quella è proprio la frase preferita di Tremonti, il ministro che avrà modo di bacchettare prima di passare in rassegna le voci del bilancio ferrarese.

E non ci mette molto Marattin a spiegare che gran parte dei sacrifici che da qui in avanti ci attendono affondano le radici nelle scelte del governo centrale. E anche di quelli precedenti. Tanto che “nel nostro Paese – afferma -, la spesa pubblica è stata spesso utilizzata come rendita, come moneta di scambio per l’acquisto di consenso politico”. Una distorsione che ha provocato quella “tenaglia mortale in cui è stretto il futuro del nostro paese”. La lezione di macroeconomia continua passando da Obama a Cameron, dalla grande depressione del ’29 alla crisi di Irlanda e Grecia. In questo quadro di lacrime e stridore di denti (d’oro) si innesta la politica economica italiana, con la ” manovra estiva di riduzione della spesa pubblica e del deficit”.

E qui si torna a casa nostra. “È difficile far capire ai ferraresi che le dure azioni contenute in questa manovra di bilancio 2011 del Comune di Ferrara sono una diretta conseguenza del venir meno di quasi 7 milioni di euro (più 3 per l’anno venturo, ndr) di trasferimenti da parte dello Stato”.

Ecco quindi il primo dardo. Diretto al centrodestra: “prima di discutere di parcheggi, o di qualsiasi altra scelta contenuta in questa manovra, l’opposizione ha l’obbligo politico di dar conto ai ferraresi dei 10 milioni di tagli che il governo impone a Ferrara”.

Centrato il bersaglio, l’assessore indica allora la propria strategia di austerity. E la pesca nel mondo anglosassone: la “spending review” (volgarmente detta revisione della spesa). “Dalla metà di dicembre – illustra – abbiamo iniziato un percorso volto a fotografare in dettaglio tutta la struttura della spesa pubblica del Comune di Ferrara, capitolo per capitolo, azione per azione, euro per euro”. Insomma una riduzione della spesa interna all’amministrazione.

La logica ferrea dei tagli mostra anche un cuore di “tradizione progressista e democratica”: verranno tutelati gli “ultimi, intesi come le categorie più deboli”. In che modo? Aumentando gli stanziamenti “per gli sfrattati e i soggetti in emergenza per complessivi 93mila euro” e dichiarandosi “disponibili a ripristinare parzialmente il contributo al pagamento della Tia”.

Oltre ai deboli presenti ci sono quelli futuri: “Questa Repubblica non ci è stata lasciata in eredità dai nostri padri, ma ci è stata data in prestito dai nostri figli”. E qui scatta la seconda citazione. Siamo a Luciano Violante, ospite nel ‘97 a Ferrara (“parafrasando un antichissimo detto degli Indiani d’America”, precisa l’assessore). E ai nostri figli al momento lasciamo in eredità poco meno di 152milioni di euro. “Un peso non più sostenibile – avverte Marattin -. Con questo bilancio, avviamo una strategia triennale di abbattimento del debito nell’ordine delle decine di milioni di euro”.

Due le idee su come fare: “il flusso annuale di investimenti verrà quasi interamente finanziato da contributi in conto capitale e, soprattutto, da alienazioni patrimoniali mobiliari e immobiliari”.

E mentre prosegue la spiegazione della scelta di “destinare i proventi di alienazioni a nuovi investimenti (ottenendo il duplice risultato di abbattere il debito più velocemente, e produrre maggiori risparmi sulla parte corrente)”, Marattin tende la corda per la seconda frecciata. Bersaglio Progetto per Ferrara.

“Se dessimo utilizzassimo i proventi delle vendite per estinguere il mutuo – calcola l’assessore -, otterremo un risparmio cumulato di 686mila euro. Se invece li utilizziamo per fare investimenti ed evitiamo di indebitarci ulteriormente con un prestito analogo, risparmieremo 949 mila euro”. Marattin promette di essere più specifico nella seduta di oggi (si torna in aula alle 15.30), “con l’intento soprattutto di evitare la corretta informazione dei cittadini venga sacrificata dalle esigenze di visibilità di piccoli gruppi consiliari”.

Ma una freccia non basta. Ppf ne merita due: “i cittadini ferraresi vengono sistematicamente disinformati anche per quanto riguarda il derivato sul debito; viene detto che è attualmente in perdita per 400 mila euro. È una semplice falsità. Dall’inizio dell’operazione (2002) al 31 dicembre 2010 l’operazione è in positivo per 135.648,73 euro”.

Dopo il debito arriva il secondo fardello: la spesa per il personale, che assorbe quasi la metà delle risorse comunali. Per ridurla si premerà sulla riduzione della spesa per il comparto dirigenziale, “che quest’anno ha già fatto registrare un’economia di oltre 200 mila euro” e dando inizio “ad una strategia pluriennale di ottimizzazione delle risorse umane”.

Risparmi (750mila euro) arriveranno anche dalla “rinegoziazione del contratto di servizio per la pubblica illuminazione, e dall’introduzione graduale dei led in luogo delle lampadine tradizionali”. Un “antipasto” a una più corposa strategia di intervento sui settori della telefonia, del riscaldamento, dell’informatica.

Alla fine dei conti, in senso letterale, la manovra farà fronte a una diminuzione di risorse per 11 milioni di euro, aumentando le entrate per 2 milioni di euro e tagliando le spese per 9 milioni di euro.

Per trovare quei 2 milioni Marattin punta sulla lotta all’evasione fiscale (1 milione e 650mila euro), ambiente (250mila euro dai bandi del fotovoltaico e il contributo di disagio ambientale), e mobilità (100mila) grazie all’aumento del canone di concessione del tpl.

Quanto ai numeri dell’evasione fiscale, ben 1 milione e trecentomila arriverà dalle multe di Musa. Vietato sollevare obiezioni: “un aspetto introdotto in tutte le città della nostra Regione e nella maggior parte dei capoluoghi italiani ma che solo a Ferrara è stato descritto quasi come un furto da parte dell’Amministrazione nei danni degli onesti cittadini”.

Arriviamo alla diminuzione delle spese. I 9 milioni verranno recuperati per metà dai tagli alle spese di tutti gli assessorati, “che tuttavia – assicura Marattin – lasciano pressoché inalterata l’offerta di servizi ai cittadini”.

La presentazione si avvia verso la conclusione, ma la faretra non è ancora vuota. Tocca agli operatori economici del centro: “sono d’accordo sul fatto che le spese relative allo sviluppo del centro storico e all’organizzazione di eventi di richiamo non siano costi da abbattere ma investimenti. Lo sono per i bilanci pubblici, così come per i privati. Da oggi, accogliendo il suggerimento, diciamo che quest’Amministrazione non è più nelle condizioni di garantire quegli eventi senza investimenti privati”.

La prolusione termina con l’ultima citazione. La dobbiamo a Kierkegaard: “La vita può venir compresa solo guardando all’indietro, ma va vissuta guardando in avanti”. Allo stesso modo, secondo l’assessore, il bilancio del Comune di Ferrara “può essere compreso solo guardando all’indietro, ma deve essere vissuto e discusso guardando avanti, al presente e al futuro”.

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