Cronaca
3 Dicembre 2010
Da febbraio previsto un taglio di un terzo dei corsi di laurea. Il rettore: "Restiamo uniti"

Architettura occupata, Nappi propone un patto

di Redazione | 3 min

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L'intervento del rettore durante l'assemblea

Un taglio di un terzo dei corsi di laurea. Da febbraio 2011. È quello che si prospetta all’università di Ferrara. Lo ha fatto sapere ieri pomeriggio il rettore Pasquale Nappi, intervenuto all’assemblea organizzata dagli studenti dell’Ateneo che da ieri occupano la Facoltà di Architettura. Cinquecento gli studenti presenti all’appuntamento, tra caschi gialli e sacchi dell’immondizia, simbolo della campagna lanciata questa mattina dagli unniversitari ferraresi. “Comprendo il vostro stato d’animo e vi esprimo la mia personale solidarietà, in gran parte condivisa dal corpo docente e tecnico-amministrativo di questo ateneo. Ma occorre una ventata di ottimismo: vi propongo un patto sociale per fare con quello che abbiamo”.

Il patto sociale che ha in mente Nappi sta in uno scambio di garanzie: “Chiediamo ai ricercatori di fare ciò che non è richiesto loro dalla legge [assicurare il loro impegno nell’offerta didattica, ndr] e noi – Senato accademico e consiglio di amministrazione – ci impegneremo fermamente a reclutarli come professori associati tra due anni, quando avranno conseguito l’abilitazione nazionale”.

Un patto necessario, secondo Nappi, “per mantenere alto il livello della ricerca scientifica italiana, già competitiva a livello internazionale nonostante le sia destinato solo l’1% del Pil”, ma anche “per garantire una programmazione didattica del nostro ateneo” che, “questi tagli, insieme all’istituzionalizzazione del precariato – sostiene Nappi – fanno prospettare un futuro molto incerto all’offerta del nostro ateneo”.

Il rettore ribadisce la sua “personale forte contrarietà alla riforma e alla finanziaria, lesive dell’autonomia dell’università”. Una posizione che, ricorda Nappi, ha già espresso all’assemblea della Crui. Ma il rettore evidenzia: “Meglio una cattiva riforma, che nessuna riforma: siamo a rischio sopravvivenza, cerchiamo allora di attuarla nel modo migliore. Per esempio – ricorda Nappi -, senza aver dati certi, abbiamo approvato ugualmente il bilancio preventivo. Questo perché vogliamo darci un futuro”.
Già ora la situazione dell’ateneo estense risulta difficile. “Abbiamo subito – riferisce Nappi – un’emorragia del personale docente: 54 cessazioni su 650 professori, tra ordinari e associati. Sei di questi se ne sono andati per raggiunti limiti di età, il resto sono ‘scappati’ a fronte della rateizzazione delle liquidazioni e della riduzione del trattamento previdenziale. Il turn over – fa il punto il rettore – ammonta al 50%. Dal secondo semestre di quest’anno, inoltre, i docenti dovranno attenersi a un monte di 120 ore erogabili, mentre attualmente sono spesso ampiamente superate, tenendo anche 5 corsi in un anno”.

Il rettore ha ribadito infine come i vertici dell’ateneo, i ricercatori e gli studenti debbano essere “uniti, nella consapevolezza della rilevanza di ciò che sta accadendo alla nostra università, dalla ricerca alla didattica”. E agli universitari che hanno occupato la Facoltà ha chiesto: “In veste istituzionale vi propongo di ragionare insieme e di rendere questa occupazione simbolica, per consentire a coloro che non hanno scelto questo percorso di protesta di poter seguire le normali attività previste”. A questa richiesta, uno studente ha risposto evidenziando come “la nostra è un’occupazione ‘soft’: abbiamo occupato una sola parte della struttura per avere uno spazio di discussione costruttiva, lasciando libere 5 aule in cui si stanno svolgendo tuttora le lezioni”.

Uno studente del consiglio di facoltà di architettura ha commentato le parole di Nappi, evidenziando: “Taglio dei corsi avrà nuove ripercussioni sull’offerta didattica e sul piano degli studi della nostra facoltà: nel giro di 4 anni, questo sarà il terzo cambio del piano. La facoltà a cui ci siamo iscritti – ha concluso l’universitario – è ben diverso da quello che si sta profilando attraverso queste modifiche”.

Dopo l’intervento del rettore, la parola è passata agli studenti del gruppo che hanno redatto un’analisi critica, da una parte della riforma Gelmini, dall’altra della finanziaria: “Abbiamo studiato tutta la notte decreti e disegni di legge – ha detto una studentessa – per fare il punto sulle prospettive delle borse di studio, dei fondi alla ricerca, dei concorsi, dell’amministrazione e della privatizzazione dell’università”.

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